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"Prima di andare al Racing, faceva tre o quattro test ogni anno e mancava sempre qualcosa. La sua insistenza, la sua caparbia voglia di diventare un giocatore professionista e di esordire nel calcio argentino hanno fatto sì che non si arrendesse mai; continuasse sempre a lavorare per migliorare. Le cose che gli dicevano in quei club che gli mancava qualcosa, lui diceva "Ne ho parlato con i tecnici e ho cercato di migliorarlo. Era molto maturo in quel momento. Assimilava tutto quello che gli dicevano. Era molto intelligente e sapeva le cose che doveva correggere, le cose che faceva bene, e cercava di incorporare le cose che gli mancavano".
Paragoni con Erling Haaland e Harry Kane: "Queste cose mi emozionano e mi sorprendono. Che il suo nome sia tra le grandi figure del mondo, come padre mi lascia senza parole. Il suo tetto non è ancora arrivato, ha molto altro da dare. Un calciatore di 20 anni può avere una striscia positiva, una piccola estate. Ma 26 o 27 è l'età giusta, quando è già più maturo, la testa e gli obiettivi sono diversi. Fare il capitano non è da tutti, soprattutto in una squadra d'élite come quella in cui milita. Ha avuto anche la fortuna di essere capitano del Racing a 18 anni la personalità e il temperamento che ha fanno sì che ciò che ottieni oggi sia meritato."
"L'unica cosa che posso dirgli è di continuare ad essere come è stato fino ad ora, quel giocatore vincente, con una mentalità vincente"
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