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Palacio: “Milan carico, ma il derby è speciale. I tifosi stiano tranquilli…”

A 24ore da uno dei Derby più attesi degli ultimi anni, che vede i Nerazzurri al quinto posto dietro di un punto dal Milan, l’attaccante Rodrigo Palacio intervistato da Fabio Monti del Corriere della Sera cerca di caricare l’ambiente...

Francesco Parrone

A 24ore da uno dei Derby più attesi degli ultimi anni, che vede i Nerazzurri al quinto posto dietro di un punto dal Milan, l'attaccante Rodrigo Palacio intervistato da Fabio Monti del Corriere della Sera cerca di caricare l'ambiente interista dopo la brutta sconfitta di domenica scorsa in quel di Firenze.

Palacio, c’è un po’ di depressione fra i tifosi interisti. Temono di perdere (e male) questo derby, dopo aver vinto gli ultimi tre. Hanno ragione ad aver paura? «Il Milan è in un gran momento e la vittoria contro il Barcellona ha aumentato l’autostima. La loro è stata una grandissima partita. Noi abbiamo perso male a Firenze, però il derby è una partita così speciale che non c’entra niente con il resto del campionato. Non dico che vinceremo di sicuro, ma stiamo lavorando per fare una grande partita e per provare a vincere. I tifosi possono stare tranquilli: con un po’ di coraggio, ce la possiamo fare».

Nonostante gli infortuni che sono tanti? «Nonostante tutto, non perché gli infortuni non pesino, ma perché il derby è proprio speciale».

Ma l’Inter vera è quella che ha preso quattro gol a Firenze oppure quella di Cluj, che di gol ne ha segnati tre e si è qualificata agli ottavi di Europa League? «Non siamo certo quelli di Firenze, troppo brutti per essere noi. La Fiorentina ha trovato quella che si definisce la partita perfetta, ma noi abbiamo giocato veramente male. A Cluj abbiamo dimostrato che siamo vivi: abbiamo saputo reagire nel modo giusto, ci siamo qualificati. È stata una buona gara, che ci è servita per recuperare la fiducia».

C’è derby e derby, c’è quello di Genova e quello di Milano. Lei che li ha giocati tutti e due, quale sceglie? «È diverso lo spirito con il quale li si affronta. Quando escono i calendari, la prima cosa che si faceva (e si fa) a Genova è guardare la data dei due derby, quello di andata e quello di ritorno. Battere il Genoa o la Samp è quasi tutto. A Milano, il derby è importantissimo, ma deve sempre essere collocato in una prospettiva che comprende obiettivi più grandi. A Milano vincere il derby è fondamentale perché serve alla classifica, con vista sullo scudetto o sulla Champions League, secondo le annate. Di simile, ci sono le coreografie, che sono magnifiche. A Genova e a Milano».

Domani sarà un’Inter senza Samuel, che non ha mai perso un derby, oltre ad aver segnato il gol della vittoria all’andata e senza Milito, che di gol ne ha fatti quattro nei due derby dell’ultimo campionato. Vita dura... «Ci mancheranno la loro esperienza, la loro bravura, la loro capacità di interpretare il senso di un derby, ma l’Inter non si arrende. Senza alzare la voce, con serietà e serenità, daremo tutto quanto siamo in grado di esprimere in questo momento».

Il 3 novembre 2012 Palacio ha segnato il gol del 3-1 in casa della Juve. Sembrava l’inizio di un grande campionato. Invece che cosa è successo? «A Torino abbiamo giocato una partita straordinaria e l’abbiamo giocata tutti. Eravamo al massimo della condizione, venivamo da una lunga serie di successi, dopo una partenza con un paio di frenate, andavamo forte. Poi siamo calati, è fisiologico ed è successo anche a noi».

Che cosa è mancato a questa Inter negli ultimi tre mesi? «Un equilibrio di risultati e di rendimento; abbiamo avuto troppi alti e bassi, bene in alcune partite, male in altre».

Colpa di un gruppo che è stato rinnovato e che non ha ancora trovato il suo punto di sintesi per il futuro? «Non c’è nessuna colpa. C’è l’esperienza di campioni che qui hanno vinto tutto e che ancora adesso ci insegnano il cammino da percorrere e c’è stata la scelta della società di rinnovare, per mantenere sempre l’Inter ad alto livello».

A che punto è il progetto di questa nuova Inter? «Dopo la vittoria di Torino, forse, tutti pensavano a un campionato migliore. Però la stagione non si è messa male. Nonostante qualche sconfitta di troppo, siamo a un punto dal terzo posto e dunque dalla zona Champions League; siamo in semifinale di Coppa Italia e dopo il risultato dell’andata restiamo in corsa per andare in finale; ci siamo qualificati per l’Europa League. Gli obiettivi da centrare ci sono».

Traduzione? «Io credo nel terzo posto e mi piacerebbe alzare una coppa, anche se è presto per questo tipo di promesse»

Inserirsi all’Inter non sempre è facile: Palacio ce l’ha fatta a tempo di record. Perché è bravo a giocare a calcio, perché era un paio di anni che si parlava del trasferimento all’Inter oppure perché a 31 anni si sente meno l’emozione? «Perché ho trovato un ambiente, un allenatore e compagni che mi hanno aiutato subito. Io ho cercato di dare il massimo; e poi qui ci sono tanti argentini».

Adesso che non c’è Milito, le tocca fare anche la prima punta... «Stramaccioni sa che io sono teoricamente una seconda punta, ma so adattarmi a tutto, vista la situazione. Io, Cassano e Rocchi cerchiamo di non far sentire troppo l’assenza di Milito».

Contro il Milan, non avete paura di fare la fine del Barcellona? «Noi non giochiamo come il Barcellona; il nostro calcio è molto diverso».