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"Da un lato c’è stato un allenatore su cui hanno raccontato una realtà virtuale. In estate si parlava di Inter casa di riposo per giocatori vecchietti, si parlava di Thuram non all’altezza, si parlava delle 11 cessioni; poi di colpo non si sa come si è parlato di una Inter come la RedBull, di una squadra nettamente favorita. E perché? Perché è Simone Inzaghi che ha cambiato la percezione delle cose".
"E se Simone Inzaghi è stato messo in discussione perfino mentre si giocava la gloria in Champions, da questo lato abbiamo invece uno Stefano Pioli che racconta di avere una squadra non lontana da Real Madrid e Manchester City (ma come lui lo racconta anche gran parte della critica milanista), e poi però sostiene ugualmente che non c’era storia contro l’Inter. Ma forse è il Milan che si è raccontato una favoletta sul valore di Leao, Tomori, Theo Hernadenz, ancor prima che su quello dei nuovi acquisti. Eppure, anche così, fino a 10 giorni fa Pioli per il club era intoccabile, una fortuna non meritata al tempo da Simone Inzaghi".
"Così come Max Allegri, tutt’ora intoccabile per gran parte della critica sportiva e non. Ma perché questa indulgenza verso Allegri che a nessuno ma proprio a nessun altro allenatore è accordata? Forse perché è della Juventus? Forse per i rapporti di vecchia data con i satrapi del giornalismo sportivo che gli permettono protezione anche quando la realtà dei fatti è impietosa? Eh, ma i nodi vengono al pettine prima o poi. C’è chi ha lavorato bene, e chi no. E aprire l’ombrello delle scuse non farà altro che rendere più risibile la propria posizione".
(SportItalia)
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