Tancredi Palmeri, nel suo editoriale per "L'interista", ha parlato delle ultime vicende societarie relative all'Inter. Un'Inter nuovamente alle prese con un'estate di sacrifici causa cridi della proprietà.
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Palmeri: “Maguire 84 mln e Bastoni 65? Ma perchè l’Inter deve svendere? Zhang ceda”
"Non si capisce perché l’Inter debba sempre fare quella che vende al ribasso. Ma qua non si parla di financial fair play o sostenibilità"
"Sembra di essere nel giorno della marmotta nerazzurra. L’anno scorso scrissi un editoriale simile a quello che state per leggere, proprio negli stessi giorni, all’indomani dell’addio di Conte dopo lo scudetto. Provocando strali della tifoseria interista incazzata, ma un anno dopo siamo ancora qua, e nemmeno una virgola di quanto scrissi è stata fuori fuoco, preannunciando l’addio di due big, che in quel caso furono Hakimi e Lautaro.
Nonostante non sia sinonimo di disastro la situazione, perché l’Inter ha fortunatamente una dirigenza capeggiata da Marotta che le garantisce competitività anche nelle peggiori condizioni societarie, tuttavia la realtà dei fatti è che il futuro dell’Inter è sequestrato da Zhang.
La realtà dei fatti era semplicemente quella nota l’anno scorso, con la dirigenza costretta a incassare poco meno di 100 milioni a ogni mercato per saldare il debito dalla proprietà cinese contratto per tenersi l’Inter. Un bond che è un cappio al collo e che in questa stagione è stato soltanto rinegoziato, allungando di un anno la scadenza ma peggiorando leggermente la percentuale di interessi già da strozzinaggio, un 12% che soffoca ogni ambizione progettuale dell’Inter.
E badate, questo al netto di una stagione ottima, che ha portato incassi e ricavi. E non è certo detto che si riesca sempre comunque a rendere, e dunque nel caso i risultati vadano male (il che fa parte del gioco nel calcio) sarebbe addirittura ben peggio.
Il fatto che il lavoro di Marotta e Ausilio forse riesca a rimpiazzare Bastoni con Bremer, e poi si vedrà chi arriverà tra Dybala e Lukaku e a che prezzo, non cambia di una virgola uno scenario inconcepibile a monte: Zhang prima promette aumento della competitività, e poi immediatamente comunica a Simone Inzaghi che dovrà cedere, sottinteso Bastoni. Dicasi Bastoni, indicato da Chiellini come suo erede (lui, non De Ligt), un difensore che si candida a essere il migliore d’Italia e tra i migliori al mondo per i prossimi 10 anni, in un momento storico in cui i difensori buoni si trovano con i rabdomanti. E che ha una valutazione al momento di 65 milioni di €, per cui avrebbe un senso economico venderlo solo incassando dai 70 in su. Come l’anno scorso Hakimi, partito per 65 milioni non certo per una cifra fuori mercato. Peraltro, essendo il Tottenham il maggior candidato, avrebbe ancora meno senso lasciarlo partire solo a 65, quando la Premier è capace di spenderne 84 per Maguire, e allora non si capisce perché l’Inter debba sempre fare quella che vende al ribasso.
Ma qua non si parla di financial fair play, o sostenibilità.
Qua si parla di un debito contratto dalla proprietà per tenersi l’Inter. Debito che però viene pagato con le risorse dell’Inter. E se anche così potrebbe andare bene perché in fondo una società di calcio è un proprietà privata, rimane però delittuoso infliggere ai propri tifosi un destino simile quando hai avuto la possibilità di vendere e bene. Mi riferisco all’offerta del fondo americano del febbraio dell’anno scorso, quella che comunque avrebbe consentito a Zhang di guadagnare un centinaio di milioni al netto di tutte le spese. Non fu ritenuto abbastanza come guadagno, si voleva di più, almeno 300 milioni avanzo positivo.
Per carità, di nuovo, è un commercio tra privati. Ma se dai una priorità mettendo a rischio la stabilità del club stesso, allora non è più solo una questione tra imprenditori. Investe un patrimonio condiviso che appartiene alle emozioni dei tifosi, che pur non avendo il diritto di decidere su una proprietà privata, conservano però il diritto di non essere umiliati qualora ci sia una lampante possibilità di non farlo, come era quell’offerta del fondo americano.
Non si parla della bontà del lavoro di Marotta. Che Dio lo preservi per i tifosi interisti.
Il problema era, è e rimarrà una proprietà che fa pagare agli interisti la propria impossibilità di manovra. E pagare non in senso figurato.
Una proprietà passa; la società, i tifosi e il simbolo rimangono. Se una proprietà non è in grado di garantire quanto è richiesto dallo status della società che possiede, e c’è un’offerta alternativa, la proprietà Zhang deve andare e fare posto".
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