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Pandev: “Inter più forte dell’anno scorso, spero vinca il derby. Il mio gol nel 2010…”

Fabio Alampi Redattore 

L'ex attaccante macedone carica l'ambiente nerazzurro: "La squadra è migliorata e ha una panchina più lunga"

Goran Pandev, ex attaccante macedone dell'Inter, in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport ha parlato dei suoi ricordi nei derby di Milano in vista della stracittadina di domani: "Il mio gol su punizione nel 2010? È stato anche il mio primo in nerazzurro visto che giocammo il 24 gennaio e io ero arrivato a inizio mese dopo essermi svincolato alla Lazio. Sei mesi fuori rosa erano stati lunghi e non ero al top della condizione. In più eravamo in dieci per l’espulsione di Sneijder (prima della mezz’ora per un applauso a Rocchi, ndr), così dopo un’ora Mourinho mi aveva detto che mi avrebbe sostituito".

E invece…

"Invece, mentre José stava preparando il mio cambio, accentrandosi palla al piede Maicon subì da Favalli un fallo vicino al limite dell'area. Mou stoppò la sostituzione e, senza Sneijder, mi chiede di tirare la punizione: mi ero appena mangiato un gol colpendo il palo su assist di Milito e avevo una voglia incredibile di segnare. Calciai con il sinistro, sopra la traversa, in maniera forte e precisa. Dida non provò neppure a tuffarsi".

Le foto di quel derby la ritraggono esultante dopo essersi tolto la maglia.

"Fu una felicità incredibile che mi fece dimenticare anche la stanchezza. Avevo le gambe pesanti, ma feci uno scatto per festeggiare il gol...".

E Mourinho?

"Festeggiava anche lui. Dopo il fischio finale mi disse che mi aveva tenuto in campo perché si sentiva che avrei segnato. Battere quel Milan, chiudendo in nove contro undici, fu un'impresa".


Com'era lo Special One come tecnico?

"Un grande allenatore, un tecnico con una personalità incredibile che ci caricava tantissimo. Non sbagliavamo mai certe partite perché Mourinho ci trasmetterà una convinzione pazzesca nei nostri mezzi e perché eravamo una famiglia che nei momenti complicati sapeva compattarsi e dare il massimo".

Tutti si sacrificavano per la causa. Compreso lei che faceva l'esterno destro nel 4-2-3-1…

"Come potevo non sacrificarmi sulla fascia? Mourinho aveva convinto Eto'o a giocare esterno sinistro e Samuel l'anno prima aveva guidato il Barcellona alla conquista della Champions. Se lui correva come un matto e dava una bella mano in fase di non possesso, cosa dovevo fare io? Stavo zitto e pedalavo nonostante in carriera avessi sempre fatto la seconda punta".

Che ricordo ha dei derby di Milano?

"In Italia ho giocato anche quelli di Roma e di Genova, ma non mi era mai capitato di vedere due tifoserie come quelle di Milan e Inter che vanno allo stadio insieme, senza il minimo problema di ordine pubblico. E a Milano in quegli anni in palio nel derby c'erano punti fondamentali per vincere lo scudetto…".

Il tricolore e il triplete 2009-10 lo avete festeggiato voi dell'Inter, mentre l'anno dopo il Milan vi ha battuto sia all'andata sia al ritorno e ha conquistato lo scudetto.

"Noi avevamo una grande squadra, ma quell'annata è stata piena di infortuni e c'è stato anche il cambio di allenatore (via Benitez, in panchina Leonardo, ndr). Loro avevano preso Ibrahimovic e ci sconfissero nel derby di ritorno proprio quando, in caso di vittoria, avremmo potuto sorpassarli".

Che derby sarà quello di sabato?

"Bellissimo e molto atteso perché le due squadre ci arrivano a punteggio pieno. Prima, però, c'è la sosta per le nazionali e quindi i due tecnici avranno poco tempo per preparare il match e pensare pure all'inizio della Champions".

Qual è la sua favorita?

"Io spero che vinca l'Inter. La squadra di Inzaghi è migliorata rispetto allo scorso anno e mi piace molto: ha preso giocatori forti e soprattutto ha una panchina più lunga rispetto al passato. Chi entra a gara iniziata, può fare la differenza".

Tra questi c’è anche Arnautovic che era con lei alla Pinetina nell'anno del triplete.

(Ride) "Allora era un ragazzo e lui e Mario fuori dal campo… In allenamento però si vedeva che erano forti. Sono contento che Marko sia tornato ad Appiano: adesso è una persona diversa rispetto ad allora, ha un'altra maturità e può far bene".


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