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Intervenuto ai microfoni di RMC Sport, l'ex amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo ha parlato in vista del derby di domenica sera, ma anche del Fair Play Finanziario, del quale fu uno degli inventori. Sul derby: "Con le proprietà straniere certamente è un derby che ha meno sapore cittadino ma è sempre Inter contro Milan e la fede sportiva non si tradisce mai. Questo è il bello del calcio. Mi aspetto un derby bello al di là di quello che sarà il risultato".
Un derby impoverito da qualche anno, questo fa perdere un po' di fascino alla partita?
"Certamente. Un po' di pathos l'ha fatto perdere ma quest'anno io insisto nel dire che il campionato è lontano da finire e chi vince il derby può diventare l'anti Juventus. La Champions League logorerà molto i bianconeri e quindi questo aspetto può dare qualche vantaggio alle altre. Non sempre la più forte vince il campionato".
Prima della sosta sia Inter che Milan hanno vinto. Vincere un derby come questo quanto può far crescere una squadra?
"Vincere un derby dà una spinta agonistica maggiore nelle partite successive. Quando una squadra sente di essere forte può raggiungere risultati ancora migliori. Sia Inter che Milan sono in grado di vincere questa partita ed entrambe proveranno a farlo".
Qual è il derby che ricorda con più piacere?
"Sono molto legato ai derby dell'anno in cui abbiamo vinto il triplete perché quell'anno la squadra sentiva di poter raggiungere certi traguardi. Non era comunque scontato essere così più forti del Milan. Quelle vittorie hanno dato la spinta per poter pensare ancora più in grande".
Quello che invece ricorda meno volentieri?
"Il derby giocato in casa che sembrava già vinto e che invece poi abbiamo perso. C'era Mancini allenatore".
Il derby verrà deciso da Higuian e Icardi?
"Sì perché sono due giocatori che possono risolvere la partita. Possono cambiare la partita anche se giocano in maniera diversa. Higuain ultimamente lo vedo molto bene e lo dico da interista. Dipenderà da quanta attenzione saprà fare la difesa dell'Inter perché non si potrà concedere nulla. Icardi spero che venga servito al meglio e che sappia giocare anche per la squadra".
Nel governo di questo nuovo corso del calcio c'è posto per lei? Le piacerebbe?
"In questo nuovo calcio c'è da fare la riforma dei regolamenti delle leghe perché quelli rendono difficile il cambiamento. poi bisognerebbe correggere la legge 91 perché impedisce di poter riformare il calcio e l'industria calcio. Adesso mi piacerebbe poter partecipare a scrivere qualcosa di nuovo. Vorrei darei un contributo al settore giovanile. Il male del calcio italiano è che non sappiamo tirar fuori quei giovani che possono cambiare il gioco dell'Italia e non sappiamo neanche mettere in condizione le società di poter far giocare questi ragazzi. In questo campo si può far molto".
Lei ha contribuito anche a mettere le basi per il Financial Fair Play. Crede che dovrebbe essere aggiornato?
"Va ammodernato perché allora fu scritto per mettere argine alla montagna di debiti che c'era nel calcio. Dovevamo impedire che si arrivasse a dei fallimenti a catena. Abbiamo raggiunto il nostro scopo ma il Financial Fair Play è mancato nel far emergere nuovi club che sono rimasti imbrigliati nelle regole molto strette. Dovremmo cercare di incentivare le nuove proprietà ad investire, così da poter giocare poi tutti alla pari. Non è giusto penalizzare chi ha speso tanto per una squadra e non può spendere ancora per le regole del Financial Fair Play".
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