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Inter, Pellegrini: “Mi auguro torni il presidente-tifoso. 90-91? Ce ne hanno fatte di ogni”

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Ernesto Pellegrini, ex presidente dell'Inter introdotto nell'Hall of Fame del Calcio Italiano, ha parlato ai microfoni della Figc
Marco Astori Redattore 

Ernesto Pellegrini, ex presidente dell'Inter introdotto nell'Hall of Fame del Calcio Italiano, ha parlato ai microfoni della Figc. Queste le sue parole sul rapporto con Massimo Moratti: “Lo stimo molto, ogni tanto ci sentiamo. Anche perché con la sua azienda è un mio cliente. No, di Inter non parliamo, ultimamente Massimo non viene allo stadio. Il nostro era un calcio più romantico. Ma il calcio è fatto di cicli e magari tra qualche anno tornerà la figura del ‘presidente-tifoso’. Io me lo auguro….

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Più forte l’Inter dello Scudetto dei Record o quella del Triplete? La mia, ma ammetto che potrei non essere obiettivo. Quella squadra vinse poco per le potenzialità che aveva, diciamo che moralmente avremmo meritato anche lo Scudetto del ‘90/’91. In alcune partite, compreso lo scontro diretto con la Sampdoria, gli arbitri ne hanno combinate davvero di tutti i colori. Purtroppo all’epoca non esisteva il VAR.

È vero, ho acquistato tanti grandi giocatori. Se devo fare un nome dico Rummenigge: ho visto in lui un uomo che poteva assomigliarmi come carattere e come modo di intendere il calcio e la vita. Una persona eccezionale, che ha dato un segno importante alla mia presidenza. I giocatori tedeschi mi sono sempre piaciuti. Ragazzi forti, seri, campioni veri.

Forse quello che ha reso meno è stato Sammer, che poi avrebbe vinto il Pallone d’Oro. L’allenatore (Bagnoli, ndr) gli preferiva Šalimov, cederlo fu un errore. Bierhoff? Ho dovuto girarlo all’Ascoli. Un giorno il presidente Rozzi venne da me e mi accusò di avergli dato un bidone: ma Oliver era un giocatore formidabile, come poi ha ampiamente dimostrato in carriera. Aveva solo bisogno di ambientarsi, di adattarsi al nostro calcio. Come caratteristiche mi ricordava molto Aldo Serena.

Chi avrei voluto nella mia Inter? Barella e Lautaro. Barella è un piccolo Matthäus, è un centrocampista completo che gioca ogni partita mettendoci cuore e anima. E Lautaro nella mia squadra avrebbe fatto faville: mi piace che si faccia il segno della croce prima di entrare in campo, mi sembra un ragazzo serio. il derby? Non sono scaramantico. Siamo favoriti, ma purtroppo molto spesso le squadre favorite non rispettano i pronostici. Del Milan mi piace tantissimo Leao, è un giocatore fenomenale. Contro di noi non ci sarà? Vediamo, non si sa mai… Stasera non ci sono, ma al ritorno sarò in tribuna”.

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