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Oggi Lothar Mattaeus compie 60 anni, il tedesco è stato un grande centrocampista dell'Inter dei record di Trapattoni. Dell'ex nerazzurro, ma non solo, ha parlato Ernesto Pellegrini, storico presidente dell'Inter. Queste le sue parole a Calciomercato.com
Ricorda i primi passi della trattativa?
“Matthaeus ci raggiunse a Milano, cenammo insieme e gli dicemmo che lo avremmo voluto all’Inter. Non si sentiva pronto, era chiaro quanto l’idea lo allettasse, ma aveva bisogno di tempo per metabolizzare quella novità che un po’ gli avrebbe cambiato la vita. Arrivò l’anno dopo, ma fu durante quella cena che ponemmo le basi per il suo trasferimento. Durante quell’incontro ebbi modo di percepire la sua grande personalità. Mi resi conto di quanto potesse essere fisicamente dominante, insomma, sapevamo fosse bravo, ma poi si rivelò bravissimo. Ancora più forte di quanto pensassi”.
Quest’Inter attraversa una severa crisi economica, se l’aspettava?
“Ne resto fuori perché non ne conosco i motivi e preferisco non entrare in certe cose”.
Però può dirci se davvero Conte somiglia a Trapattoni come dicono?
“In quanto a grinta e determinazione nel gestire i calciatori sono simili, anzi uguali”.
C’è un aneddoto legato a Trapattoni che la fa sorridere ancora oggi?
“All’inizio del campionato dello Scudetto dei Record, ci vedemmo nell’albergo di Ascoli. Era la vigilia della prima partita e decidemmo di chiamare singolarmente ogni calciatore per dare loro un simbolico in bocca al lupo. Terminato il giro di chiamate, rimanemmo soli io e Trapattoni. Presi una bottiglia di Champagne e iniziammo a brindare alla fortuna della squadra e “alla faccia di tutti quelli che ci vogliono male”. Ricordo sempre quel momento con allegria”.
Tornando a Matthaeus, cosa gli augura per questi 60 anni?
Intanto spero di poterlo vedere presto e anche di abbracciarlo, pandemia permettendo. Gli auguro di cuore ogni bene possibile”.
E all’Inter cosa augura?
“Ci stiamo avvicinando sempre di più a un traguardo importante e questo non è il momento di distrarsi. Non accadrà, anche grazie alla gestione di due fuoriclasse come Marotta e Antonello e alle capacità di Conte”.
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