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Simpatico, ironico, popolare, mente arguta e nerazzurra. E' il compleanno di Peppino Prisco, oggi compie novanta anni. Se n'è andato dieci anni fa, ma è come se fosse rimasto sempre attaccato all'Inter e ai suoi tifosi. Uno come l'avvocato non muore mai: è un punto di riferimento, un legame tra il vecchio e il nuovo, tra il passato, il presente e il futuro. Il Pepin era un uomo talmente elegante in ogni sua risposta da piacere anche ai tifosi delle squadre avversarie. Il sorriso in ogni occasione, la battuta pronta anche nei momenti peggiori, quella consapevolezza che l'Inter fosse l'unica cosa possibile fanno di lui il tifoso 'stile Inter' per eccellenza. Questa sera la nord lo ricorderà con una coreografia. Per rendergli omaggio, riproponiamo alcuni dei suoi aforismi più belli.
- Qualcuno dice che io ho servito ben cinque presidenti dell'Inter. Sbagliato: io ho sempre cercato di servire solo l'Inter.
- Quando stringo la mano ad un milanista me la lavo. Quando la stringo ad uno juventino mi conto le dita.
- Il Milan è finito in B due volte: una pagando, l'altra gratis.
- La Juventus è una malattia che la gente purtroppo si trascina fin dall'infanzia.
- I festini hard dei giocatori interisti? Non saprei, quando escono non mi chiamano mai.
- La mia smart? E' un regalo di mia moglie per la laurea. No, non mi sono laureato di nuovo: la prima volta non me l'aveva fatto.
- Chiedo scusa a mamma e papà, ma io vicino alla loro foto metto sempre quella di Ronaldo.
- Il regalo negato all'Inter contro la Juve? Non è stato un furto. Si è trattato di ricettazione.
- Ci dicono che siamo nati dal Milan. E' la prova che si può fare qualcosa di buono partendo dal nulla. E poi noi non abbiamo mai nascosto le nostre umili origini.
- Milan primo in classifica? E' un errore tipografico.
- Troppe partita contro la Juve finiscono sempre con lamentele. E già, peccato che siano sempre le nostre.
- Se mio figlio sposa un uomo nero cosa dico? Meglio nero che rossonero.
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