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Ospite di Cadena Ser, Florentino Perez, presidente del Real Madrid, è tornato a parlare della Superlega. «Sono triste, lavoravamo al progetto Superlega da 3 anni. La Champions ormai suscita interesse solo dai quarti di finale, prima non interessa. Volevamo fare un torneo che interessasse da subito, non solo da marzo. Tutto il calcio avrebbe guadagnato tantissimo», ha sottolineato innanzitutto.
«Il calcio va salvato dopo la pandemia. Pensavamo di poter lavorare con la Uefa, invece abbiamo ricevuto solo minacce, insulti e aggressività. Cose mai viste. Una delle 6 inglesi non era convinta e credo abbia condizionato le altre. C'hanno accusato di voler uccidere il calcio. Ma come? Noi vogliamo salvarlo. Hanno cominciato a manipolare le informazioni, come la storia che volevamo uscire dai campionati. Dopo l'uscita delle inglesi, noi 6 abbiamo provato ma non era cosa», ha spiegato il presidente.
Il dirigente, che sarebbe stato il presidente della Superlega, ha aggiunto anche: «Il calcio muore senza la Superlega? Ah non lo so, si inventino qualcosa per salvarlo ora. Tutte e 12 hanno firmato contratti vincolanti. Perché le inglesi si sono ritirate? La Uefa ha fatto una scena che mi ha persino sorpreso. Sembrava che fosse scoppiata la bomba atomica. C'è chi vuole che non cambi nulla».
«Il calcio è una piramide. Quando fanno soldi i club più importanti, fanno soldi tutti a cascata. Se nel tennis non giocano Federer contro Nadal, ma Nadal contro il numero 80, la gente non ci va a vederlo. Perché dici che siamo andati via dalla Superlega? Non siamo andati via. La Juve non è andata, il Milan neanch. Si è parlato di mettere dentro le prime 4 di Inghilterra, Spagna, Italia. Ok, è una possibilità. Troviamo la soluzione, se non facciamo soldi si muore».
E ha risposto così quando gli hanno detto che anche la Juventus ha lasciato il progetto alla fine: «Questa cosa che siamo tutti uguali nel calcio è bellissima ma non è così. Alcune partite non se le vede nessuno e anche io faccio fatica a vederle. Perché dici che la Juve è andata via? Ho parlato 3 volte con Agnelli oggi, non è andata via».
«La verità è la verità. I soldi si fanno con le partite importanti, è dato di fatto. Nel tennis lo capiscono tutti, nel calcio è identico. Io credo che neanche le inglesi se ne siano andate, sono stanchi della reazione. Ma i contratti sono vincolanti. Abbiamo deciso di mettere in stand-by la Superlega ma i contratti sono firmati e sono vincolanti. Non si può uscire così dal progetto ma abbiamo deciso di fermarci per trovare delle soluzioni"», ha aggiunto su chi ha lasciato la Superlega. Il presidente del Real ha ribadito che la Superlega non è affatto un concetto abbandonato dai 12 club: «Con questa pandemia non ci saranno più grandi acquisti per nessuno. Il denaro deve circolare, per comprare e per vendere. Altrimenti non ci sarà più niente. Io sono disposto a parlare con chiunque. La Superlega non è affatto morta, continuiamo a lavorare».
«La situazione con il Covid è cambiata. In tutte le aziende, la gente si è abbassata lo stipendio. E noi saremo costretti a chiedere un altro sforzo ai giocatori. Se pensiamo che la situazione sia come prima, un giorno piangeremo. Dico solo questo».
«I 12 della Superlega sono tutti ancora dentro, non sono andati via. Ci sono dei contratti assolutamente vincolanti. A quanto ammontano le penali? Non parlerò certo di cifre in diretta», ha dichiarato il numero uno del Real.
«Se io non voglio un presidente come Ceferin? Io voglio un presidente educato. Questo modo di insultare, offendere un presidente di un club centenario come la Juve. La forma è importante».
(Fonte: Cadena Ser)
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