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PEREZ
—"Alex Perez è un centrale di un metro e 93 appena sbarcato da Siviglia, sponda Betis, dove Manuel Pellegrini l’aveva adocchiato come talento del futuro. Lui che fino a un paio di stagioni fa era di fronte a un bivio: giocare a calcio o intraprendere gli studi per diventare un avvocato. Alla fine, la divisa ha prevalso sulla toga. Perez è un investimento in linea con la linea green di Oaktree, volta a pescare sul mercato i giovani migliori. Nato a Madrid da genitori del Mozambico, era seguito da dozzine di squadre in tutta Europa, tra cui Roma e Udinese. I nerazzurri l’hanno strappato ai verdi con un prestito con diritto di riscatto. Sarà impiegato soprattutto in Primavera, sotto la guida di Andrea Zanchetta. Perez è nato il 10 maggio 2006. Quando non si allena Alex si divora i video di Ronald Araujo, centrale uruguayano del Barcellona. Il suo riferimento quando si infila gli scarpini. L’anno scorso ha giocato una manciata di gare con il Betis B, la seconda squadra in quarta divisione. In Italia sarà diverso. Il giudice Inzaghi lo valuterà in ritiro. Per convincerlo, Alex non dovrà usare le parole".
TOPALOVIC
—"L’impressione è più che positiva. Il manifesto di un ragazzo che tecnicamente ci sa fare, ha personalità, ma deve ancora crescere. Chi lo sta osservando da vicino lo definisce un filo acerbo, ma molto tecnico. Molto. Luka Topalovic, diciottenne sloveno, è arrivato all’Inter con la nomea di uno col «gioco alla De Bruyne», ma bisogna ponderare le parole. Matej Orazem, direttore tecnico del Domzale, la squadra che l’anno scorso gli ha regalato trenta presenze in Serie A slovena a 17 anni, ha sottolineato i miglioramenti per raggiungere un livello alto: «Dovrà strutturarsi fisicamente». Contro il Lugano ha giocato l’ultima mezz’ora, come mezzala sinistra. Lunedì accumulerà altri minuti con la Pergolettese. L’Inter, per arpionarlo, ha superato la concorrenza di diversi club, tra cui l'Atalanta. Il tempo dirà se gli investimenti sono stati azzeccati", chiude Gazzetta.
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