- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Due a due, che risate. Mezz’ora prima della partita che avrebbe riportato l’Inter in testa alla classifica dopo 23 mesi, Ivan Perisic aveva già una gran voglia di buonumore. Durante il riscaldamento gli arriva la notizia del 2-2 di Benevento, lui alza dito indice e medio delle due mani guantate, ride di gusto, un fotografo attento lo immortala. Flash forward. Al 90’ di Inter-Chievo, Ivan Perisic, che ha già segnato due gol e sul risultato di 4-0, guadagna una rimessa laterale davanti alla propria panchina. Il team manager Pinna non è rapido a recapitargli il pallone e il croato si infuria, lo manda a quel paese, come se l’Inter stesse perdendo e dovesse recuperare. Spalletti dà pure ragione al suo giocatore: «Sbrigatevi, su, fate come dice Ivan». E Ivan pochi secondi dopo andrà al tiro, deviato in corner, ma non pago nel recupero segnerà il quinto, suo terzo personale.
Secondo la Repubblica l’episodio del 90’, ma forse pure quello del prepartita, descrive alla perfezione lo spirito guerriero che ruggisce dentro l’Inter capolista, la sua fame, la sua consapevolezza. Il 5-0 al Chievo è la sinfonia di una squadra totalmente cosciente della sua forza, è una marcia degli elefanti che tutto travolgono al ritmo di 39 tiri in porta totali, 39 come i punti che da ieri sono in classifica, e solo una volta nella storia furono così tanti, in quel 2006-2007 con la Juve in B che fu una passerella trionfale per l’Inter del primo Mancio. Che l’eroe di giornata sia Ivan Perisic con la sua tripletta, mentre Icardi per una volta gli cede la copertina (solo un gol per Maurito, ma che entra nella top ten dei marcatori interisti ogni epoca ed è a -3 dai 100 gol in A), è anche simbolico. È lui una delle chiavi dell’Inter spallettiana, con quel suo sacrificarsi su tutta la fascia senza perdere lucidità sotto porta, lui che è stato il primo acquisto estivo, in fondo.
Era quasi certo il suo passaggio al Manchester United, ma Spalletti lo convinse a rimanere («È stato importantissimo», ammette ora Ivan) e l’incredibile rinascita interista iniziò lì. Ora l’Inter è l’unica imbattuta dei campionati professionistici italiani, mentre in Europa senza sconfitte ci sono solo Manchester City, Barcellona e Atletico Madrid. Spalletti ha ridato vigore a una squadra che si era rintanata in se stessa, ne ha riscoperto valori nascosti (la rinascita di Santon, che dà il via al primo gol e sta in piedi come mai prima, è forse la più sorprendente), fatto emergere quelli che stavano per spiccare il volo (su tutti Skriniar, già 3 gol, ieri prodigioso nell’azione del quarto da lui firmato, più 62 passaggi riusciti su 63), e al tempo stesso ha saputo tenere tutti sulla corda, anche chi ha giocato pochissimo, e le prestazioni di Brozovic, Ranocchia e Joao Mario lo confermano. Logico andare a Torino, sabato, con ambizioni e sfrontatezza. Ivan Perisic: «Non andiamo per fare un buon risultato, andiamo per vincere». Luciano Spalletti: «Quale migliore situazione di questa, per andare lì a giocarsela occhi negli occhi?». Già. Se non ora, quando?
(Fonte: Andrea Sorrentino, la Repubblica 4/12/17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA