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"L’eventuale cambio di proprietà sarebbe comunque un salto nel vuoto, considerato che Oaktree ha già nel CdA due consiglieri (Carlo Marchetti e Amedeo Carassai) e che i suoi uomini sono sempre presenti a San Siro e in tutti gli eventi legati al club. Ma si prefigurerebbe lo scenario di un’Inter messa a dieta (come, ai tempi, ha fatto Elliott con il Milan) per rendere ancor più conveniente una cessione a un investitore, magari saudita, alla luce degli interessamenti arrivati da quell’area per l’Inter a Raine e Goldman Sachs che già per conto di Suning gestiscono il dossier. In questo caso andrebbe considerato almeno un anno nel limbo, quanto necessario per rendere davvero profittevole l’operazione per gli americani".
"Il nodo che va ancora sciolto tra gli attori della vicenda è legato alla forma di finanziamento di Pinco a favore di Grand Tower. Questo sarebbe tramite un bond a 2 anni da 435 milioni, problema è che il bond deve essere sottoscritto da investitori a cui viene garantito un rendimento minimo, un meccanismo che però non tutela Oaktree nel processo dell’estinzione del prestito. Il bond è infatti un “pagherò” e Oaktree, che aveva proposto a Suning un accordo per un ulteriore anno senza trovare terreno fertile dalla controparte, ha le carte per opporsi alla soluzione prospettata. Le parti sono ancora al lavoro ma per arrivare alla fumata bianca Pimco deve cambiare la modalità con cui dà i soldi all’Inter: situazione non semplice ma comunque fattibile", precisa il quotidiano.
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