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Una lunga intervista, per raccontare la sua stagione, ma anche le sue grandi ambizioni tinte di nerazzurro. Andrea Pinamonti, giovane attaccante di proprietà dell'Inter e attualmente in prestito al Frosinone, ha parlato in esclusiva al quotidiano l'Adige, tra Ciociaria e prospettive di un ritorno a Milano. Ecco le sue parole:
FUTURO NERAZZURRO - "Per ora penso al Frosinone. Dico che bisogna sgobbare durante la settimana perché a questi livelli nessuno ti regala niente. Anche cinque minuti di partita vanno meritati. Baroni ha subito fatto capire che gioca chi ha lavorato e poi ha dimostrato di darsi da fare. La fiducia a livello professionistico è una dote importante, soprattutto quando si è giovane come me. Icardi è naturalmente il mio riferimento. La passata stagione mi sono arrivate critiche perché sono voluto rimanere all’Inter. Avrò fatto anche troppa panchina però ho imparato molto e soprattutto da lui. Allenarsi con i campioni è la più importante lezione che ci possa essere. Con lui ho un ottimo rapporto, lo sento spesso. E quell’assist a Eder in Europa League lo ricordo con tanto piacere. Ho fatto poco allora, ma era questa la stagione giusta per andare a farmi le ossa. L’Inter è la mia società madre, mi ha inviato in Ciociaria a prestito secco (diritto di riscatto) e i suoi giovani continua a tenerli d’occhio. Con la società mi sento spesso tramite i dirigenti italiani".
SKRINIAR - "Tra i difensori nelle mie partite dove sono partito titolare e quindi da avversario diretto in maniera completa, ho avuto l’onore di duellare con lo slovacco Skriniar dell’Inter e con il senegalese Koulibaly del Napoli. Poi tra i centrocampisti tanta qualità in Allan, brasiliano del Napoli, e Pianjc, il bosniaco della Juve. Per l’attacco l’ex compagno argentino Icardi, anche se poi contro di noi al Meazza è entrato solo nel finale. Contro Milan e Chievo ho giocato partite quasi intere, ma sono state battaglie agonistiche senza particolari acuti di qualcuno".
FROSINONE - "La gente è simpatica, la città è avvolgente con quella giusta provincialità. C’è chi ci ferma per una foto e un autografo lungo le strade, allo stadio “Stirpe” c’è un grande trascinamento. Il pallone è vissuto in maniera entusiasmante. Fino a che la matematica non dirà il contrario, nella permanenza in A ci crediamo. Dopo un’andata trascorsa qui a Frosinone penso proprio di essermi fatto apprezzare sotto tanti aspetti".
SALTO - "Per me il salto dalla Primavera interista alla massima serie è stato un cambio radicale. Pur nella mia ancora breve carriera di serie A, dove occorre sempre tenersi pronti, il salto è stato notevole. Da allievo arrivato nel 2013 dal Chievo (dove si era trasferito dalla val di Non dal 2007) all’Inter ho fatto tutti i gradini delle giovanili fino al debutto nell’Inter di Spalletti contro l’Empoli e prima ancora nell’Europa League contro lo Sparta Praga. Solo pochi minuti in A, titolare con i cechi. Qui a Frosinone invece bisogna avere costanza, si impara a migliorare per conquistarsi il posto, si fa gruppo per l’obiettivo. E soprattutto il posto va meritato, fin dagli allenamenti".
(Fonte: ladige.it)
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