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Pinamonti: “Inter con Conte, non un anno perso. Lukaku mi ha consigliato di…”

Alessandro Cosattini

A tutto Andrea Pinamonti. L’attaccante dell’Empoli, in prestito dall’Inter, ha parlato a DAZN Talks su Twitch tra passato, presente e futuro

A tutto Andrea Pinamonti. L’attaccante dell’Empoli, in prestito dall’Inter, ha parlato a DAZN Talks su Twitch tra passato, presente e futuro: “Sono un grande dormiglione, quando posso dormo di più come oggi (allenamento pomeridiano, ndr). Mi piace, arrivo più rilassato al campo. Mi sto divertendo molto, la scelta di Empoli è la migliore fatta negli ultimi anni, sto benissimo fisicamente e mentalmente, sono molto felice davvero”.

Il rapporto con Andreazzoli.

“Il mister in estate mi aveva chiamato per lavorare nuovamente con me dopo l’esperienza a Genova. Sentire la fiducia sua e della società è stata fondamentale nella scelta di venire a Empoli. Una scelta che rifarei altre mille volte. Umanamente è una delle persone mai conosciute all’interno del mondo del calcio, per come si approccia coi giocatori, con lo staff, c’è tanto divertimento anche all’interno del gruppo e si sta bene. Lo conoscevo dal Genoa, magari avevo qualcosa in più rispetto agli altri come rapporto ecco”.

Com’è stato andare via presto da casa?

“Me l’ha fatta pesare meno la facilità di adattarmi e la voglia di andare a Milano all’Inter, dove è iniziata la mia carriera. Avevo 14 anni, i miei amici rimanevano là, io ho abbandonato tutto da un giorno all’altro e non è stato facile. Sono riuscito subito a fare gruppo con altri ragazzi”.

Cosa si prova a 14 anni a vivere a Milano da solo?

“Paura di perdermi no. Nella mia situazione il cambio può essere stato più forte perché vengo da paesini piccoli di montagna che non c’entrano nulla con Milano. All’inizio eravamo in convitto, non potevamo uscire, andavamo a scuola al mattino, poi allenamento e poi cena insieme prima di dormire. La Milano vera l’ho vista poi, il cambiamento è stato sicuramente forte”.

L’idolo da bambino…

“Da sempre il mio idolo è stato Ibrahimovic. Ci ho giocato contro due anni fa, Milan-Genoa, sono emozioni forti. Io avevo comprato la sua maglia quando era all’Inter, poi l’ho visto in campo da avversario, è un’emozione particolare e non facile da gestire. Sono tante cose che fanno piacere e fanno sentire realizzato. L’avevo salutato, avevamo vinto noi la partita, era abbastanza incazzato e ho evitato di chiedere certe cose. Ma abbiamo lo stesso procuratore e quindi ho avuto modo di conoscerlo, di parlarci, di conoscere una bella persona. Posso mettere a confronto la sua prima maglia che avevo comprato e quella che mi ha dato lui”.

Hai tante maglie?

“Stanno iniziando ad aumentare. Tra nazionali giovanili e club, si creano rapporti di amicizia. Scambiare la maglia è un simbolo di amicizia anche. Quella di Ibra la metto tra le prime a cui tengo di più, poi quelle dell’Inter come Bastoni, Skriniar, ce ne sono un po’. Il primo che me l’ha chiesta è stato un ragazzo del Verona il cui fratello giocava con me quando giocavo al Chievo. Mi ha fatto molto piacere, è Terracciano”.

La scorsa stagione all’Inter con Conte è stata particolare per te. Non hai trovato grande spazio, ma sei cresciuto tanto hai detto…

“Tante volte mi son sentito dire che ho buttato via un anno, ma non è stato assolutamente così. Pur non giocando, ho appreso tanto, forse più di sempre. Ero consapevole della scelta fatta, in attacco l’Inter era piena di campioni. Abbiamo fatto - io e il mio agente - questa scelta per lavorare con Conte, sapevo che avrei potuto lavorare e imparare tanto. Non mi sento di dire che ho perso un anno, ho imparato tanto dal mister e dai compagni. Lukaku è un gigante buono, una delle persone più buone con cui mi sia mai rapportato. È molto calmo, ho grandi ricordi di lui, tante volte mi dava consigli o veniva da me a farmi ridere. Mi ha aiutato tanto in certi momenti, dava molti consigli Romelu. Il più prezioso è come usare il fisico, mi diceva che dovevo usare bene il mio corpo e quest’anno sto cercando di metterli in pratica”.

Ai prossimi Mondiali ci porti tu?

“Può essere un obiettivo, arrivare in Nazionale e fare competizioni importanti. È sicuramente un obiettivo. Ho fatto tante partite nelle giovanili, è diverso dal club. Devi riuscire a fare gruppo subito, l’Europeo Under 19 e il Mondiale Under 20 sono state tra le esperienze più belle della mia vita. La maglia della Nazionale fa effetto. Voglio arrivare ai prossimi Europei e Mondiali”.

Con la doppia cifra in campionato…

“L’obiettivo va raggiunto, da 10 in poi. Ci arrivo e vi regalo una mia maglietta e decidete se tenerla in studio o creare un giochino per chi vi segue e farla vincere ecco, metterla in beneficenza”.

Derby con la Fiorentina?

“Sono carichissimo, il derby è derby. All’andata abbiamo goduto vincendo all’ultimo”.