- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Un'intervista che arriva direttamente dai media del Frosinone e che racconta di un Andrea Pinamonti che all'inizio della sua giovane carriera si allenava con il Verona dopo scuola, facendo un'ora e mezza in pullman pur di arrivare puntuale. Poi, dopo cinque anni, è arrivata l'Inter ed è arrivata la trafila nel settore giovanile nerazzurro: «Per me è stato un sogno, ho coronato il sogno da bambino, mi allenavo anche dopo gli allenamenti perché era quello che volevo e giocare nell'Inter è stato il coronamento di un sogno, ho ripagato me e la mia famiglia dei tanti sacrifici. Loro sono tutti interisti quindi è stato un orgoglio anche per loro».
-Poi quell'esordio in EL con lo Sparta Praga...
E' stato il mio esordio tra i professionisti, mi allenavo da qualche mese con la prima squadra di Pioli, ma non pensavo di esordire così presto. Quell'EL non era iniziato al meglio, eravamo già fuori dal girone e Pioli mi ha chiesto il giorno prima se fossi pronto per giocare a San Siro e io detto di sì. E' stato di parola, mi ha fatto giocare ed è andata bene. Un altro pezzo di sogno che si è realizzato.
-Più emozionato in Europa League o quando hai esordito l'anno dopo in campionato?
Non saprei. Ogni volta che scendo a San Siro è un'emozione particolare. Forse le gambe sono tremate in entrambi i casi. Però io sono un ragazzo che non sente molto la pressione e questo viene spesso a mio favore. Ho evitato delle pressioni inutili, però in El ho sentito forse più emozione, era la prima tra i professionisti, ma c'era poca gente allo stadio. Con l'Empoli invece c'era molta gente ed è stato speciale.
-Dici di ispirarti ad Icardi: quanta emozione hai provato ad allenarti con lui...
Ho detto di ispirarmi a lui perché ho avuto la fortuna di allenarmi con lui. Ma solo se ti alleni con lui capisci che giocatore è e che ragazzo è: chi non lo conosce lo giudica dall'aspetto esteriore, ma non rispecchia quello che è lui, è un ragazzo eccezionale, mi ha aiutato in prima squadra quando non conoscevo nessuno. Mi ha aiutato, mi è stato sempre vicino, mi ha dato tanti consigli anche fuori dal campo perché per la prima volta che vivevo da solo a Milano, ero abituato a vivere in convitto con altre persone e da solo non era facile. Lui mi ha aiutato oltre i consigli che mi ha dato sul campo e si sa che è un campione e prendere consigli da lui è importante per la mia carriera.
-In estate poi l'opportunità di andare al Frosinone...
E' stato un mercato un po' strano. Io avevo già imposto la mia decisione di voler andare in prestito un anno perché sapevo che all'Inter non avrei trovato lo spazio che volevo. Perché la squadra sta competendo per il campionato e c'era anche la Champions: la rosa era di un livello talmente alto che per un giovane come me, senza esperienza, era impossibile poter giocare. Avevo idea di andarmene per fare esperienza e quando è arrivata l'occasione del Frosinone, ho accettato.
-E questo inizio di stagione...
Con l'Atalanta mister Longo mi ha fatto esordire e mi ha fatto inserire. Poi non ho avuto i miei spazi ma ho lavorato al massimo e sono arrivati i miei spazi, ho fatto gol dopo un minuto dall'ingresso in campo e il primo gol in A non lo dimenticherò mai. Anche il gol con la Fiorentina ha avuto un peso importante come questo inizio stagione e spero vada meglio.
-E ora cosa ti aspetti dal resto della stagione?
Mi aspetto di giocare più minuti possibili per fare questa esperienza tra i professionisti. Se arriveranno altri gol sarò contento e spero di fare tanti altri gol, sperando che arrivi la salvezza, che è l'obiettivo della nostra squadra.
(Fonte: Media Center Frosinone)
© RIPRODUZIONE RISERVATA