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Mettere il carico sullo scempio visto in campo ieri sera servirebbe davvero a poco, ma è doveroso sottolineare quanto dolore abbia provocato nell’animo dei tifosi nerazzurri lo spettacolo messo in mostra dalla banda di Pioli. Come un uragano assolutamente devastante il Napoli ha disintegrato con violenza inaudita le poche e fragili certezze della Beneamata, che però con tracotanza e sfacciataggine si è presentata al San Paolo convinta di poter fare la voce grossa, priva di un filtro che potesse provare concretamente ad arginare già dalla trequarti un impeto, quello azzurro, che dai 23 metri spesso non lascia scampo a difese come quella dell’Inter dell’ultimo periodo.
E’ per questo motivo che sarebbe stato più opportuno collocare Joao Mario nel terzetto alle spalle di Icardi. Il portoghese avrebbe garantito senza dubbio più corsa di un Banega che fino a questo momento ha mostrato poca propensione all’arcinota fisicità cronica del calcio italiano, ma soprattutto avrebbe, in relazione alle sue caratteristiche, provato ad azzannare alla giugulare i vertici della manovra napoletana, sulla falsa riga di quanto accaduto nel derby al debutto di Pioli in panchina.
“Adda passa' a nuttata”, asserisce una celebre citazione di Eduardo De Filippo, che prendiamo in prestito dai fratelli partenopei proprio perché descrive lo stato d'animo dell'ambiente interista, pronto all’ennesima iniezione di pazienza, spinto dall’inesauribile amore. Sì, ma quanto durerà questa nottata? Se lo chiedono i tifosi, colmi di delusione per quanto costretti a sopportare, certi che l'agonia dovrà durare almeno, nella più rosea delle ipotesi, fino al termine di una stagione, l'ennesima, gettata al vento in meno che non si dica. Lo scarso impegno, la poca dedizione e in alcuni casi anche gli evidenti limiti tecnico-tattici di alcuni elementi dello spogliatoio rappresentano in questo momento la zavorra principale, sulla quale intervenire prima che la situazione diventi catastrofica.
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