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Anche perché il campionato delle due squadre è parso quantomeno tribolato...
—«L'ultima parte di stagione è servita a entrambe per prendere una boccata d'aria. Nessuna delle due però può essere contenta del percorso fatto in Serie A. I viola hanno perso chances che un anno fa non avrebbero lasciato per strada mentre i nerazzurri, per il valore della rosa, avrebbero dovuto restare in lotta per lo scudetto almeno fino a primavera».
Torniamo alla finale: secondo lei i viola come possono mettere in difficoltà l'Inter?
—«Facendo quello che hanno sempre fatto: proponendo gioco. Il marchio di fabbrica di Italiano è chiaro: lui va su tutti i campi per vincere. E poi magari chissà, l'Inter potrebbe avere già in testa la finale di Champions».
Inzaghi, da quasi esonerato, ha condotto la squadra a Istanbul . Il calcio è paradossale.
—«Eh... un bel po'. Ma questo è . È un mondo schizofrenico che conosco fin troppo bene. Un giorno sei un brocco, l'altro un re. La verità è che, oltre a essere stato bravo Simone, sono stati soprattutto i campioni in rosa che si sono ricordati che qualcosa dovevano pur vincere».
La finale di domani opporrà anche due tra i migliori play della serie A, Amrabat e Brozovic. Su chi punta ?
—«Sono due giocatori diversi. Mi preme però ricordare che, così come Italiano è stato bravo a reinventare il marocchino regista, l'uomo che ha saputo davvero esaltare le qualità di Brozovic è stato il mio amico Spalletti. Sofyan mi piace un sacco perché è un tuttofare. Copre ogni parte di campo in modo impressionante mentre l'interista è il classico metronomo».
A breve inizierà a fare il corso master per ottenere il patentino Uefa Pro , ci dica come fermerebbe Lautaro, Dzeko o Lukaku.
—«Facile, tenendo la palla dall'altra parte del campo (ride, nd c ). L'unico modo è questo: in questo momento all'attacco dell'Inter riesce tutto ma del resto quando in rosa hai un campione del mondo e due specialisti come Edin e Romelu...».
Tre italiane nelle tre finali d i coppe europee, che pensa?
—«Francamente, per quella che da qualche anno è la valutazione che si fa del calcio italiano all'estero, sono un bel po' stupito. Non so dire ora se si tratti o meno di un fuoco di paglia. Non me lo auguro, anzi spero che sia solo il primo step perché il vostro pallone torni a un certo livello».
(Corriere dello Sport)
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