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«Vincere facendo i debiti significa barare. L’Inter sta barando? Si». L’attacco al club nerazzurro, diretto, durissimo, seppure non del tutto inedito, porta la firma di Arrigo Sacchi. Il Corriere dello Sport oggi in edicola riporta la posizione dell'Inter proprio dopo aver letto queste dichiarazioni dell'ex allenatore del Milan: "Ovvio e inevitabile che quelle parole siano rimbalzate pure nelle stanze di viale Liberazione. Mentre non è dato sapere se abbiano raggiunto Nanchino, dove si trova Steven Zhang. Plausibile comunque che, almeno in qualche ufficio della sede nerazzurra, abbiano suscitato un certo fastidio. Non c’è stata, però, alcuna presa di posizione o reazione. Semmai è trapelata unicamente l’indifferenza. Motivata anche dal fatto che, se si parla di debiti, l’Inter non è certo l’unico club che ne ha. Al contrario, è la maggioranza ad averne. Di conseguenza, generalizzare e puntare il dito soltanto su un’unica società finisce per perdere qualsiasi tipo di senso.
Certi concetti, per la verità, Sacchi li aveva già espressi. E anche ieri, volendo, li ha ribaditi: «La tendenza in Italia sta diventando quella di voler arrivare all'obiettivo da furbi, non è giusto. Bisogna uscire da questa situazione altrimenti resteremo sempre in questo stato di crisi». Tuttavia, un riferimento così esplicito all’Inter non lo aveva ancora fatto. Ecco perché la sua uscita ha destato scalpore. D’altro canto, le accuse al club nerazzurro non sono una novità. Anzi, questo tipo di battaglia (allargata pure alla Juventus) vede da tempo in prima linea la Fiorentina e il suo presidente Rocco Commisso. Poco meno di due mesi fa, giusto per citare il precedente più recente, il massimo dirigente aveva affrontato il tema anche all’interno di una lettera destinata ai tifosi viola, in seguito ad un mercato di gennaio che non aveva rispettato le aspettative. «Sono anni che chiediamo trasparenza e regole uguali per tutti, ma quasi nulla è cambiato e ci troviamo a dover competere con club indebitati fino al collo che agiscono come se nulla fosse - aveva scritto Commisso -. Dopo il Covid e la questione Superlega, ad esempio ci sono società che stanno ricorrendo a continui aumenti di capitale con esposizioni debitorie ancora notevoli. Mi auspico che finalmente qualcosa possa cambiare perché le Società che rispettano ogni singola regola e non hanno un euro di debiti, non possono essere equiparate a quelle che riescono a sopravvivere solo per la mancata applicazione di norme precise». Andando ancora più indietro nel tempo, dopo lo scudetto nerazzurro del 2021, il presidente della Fiorentina aveva pure detto: «Alcuni club che erano ben lontani dal rispettare i requisiti necessari di liquidità. E uno di questi ha vinto il campionato. Successivamente hanno dovuto rettificare il rapporto di liquidità vendendo giocatori come Lukaku e Hakimi. Questo dopo la fine del torneo e non prima». Addirittura, pure Josè Mourinho, tre anni fa, aveva gettato il carico il giorno della sua presentazione come allenatore della Roma: «Facile vincere, se poi non hai soldi per pagare gli stipendi».
Ad ogni modo, tornando a Sacchi e alla sua serata, nel momento in cui al centro del dibattito è tornato il calcio giocato, non ha potuto far altro che sottolineare i meriti di Simone Inzaghi. Concludendo, però, con un’altra punzecchiatura. «L’allenatore nerazzurro si è evoluto, è cresciuto tantissimo. Credo sia sulla strada giusta. Dispiace solo per quella partita contro l'Atletico Madrid persa in Champions League. Le squadre spagnole vanno aggredite, a un certo punto si è schierato con sei difensori consegnandosi all'avversario…»", si legge.
(Fonte: Corriere dello Sport)
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