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PRANDELLI: “CHIAMERO’ BALOTELLI, CASSANO E AMAURI”

L’Italia riparte da Cesare Prandelli per cercare di tornare a vincere e stupire il mondo con una nuova filosofia: quella di puntare sugli oriundi ed i giocatori di maggiore estro e fantasia. L’ex allenatore della Fiorentina, tramite le pagine...

Alessandro De Felice

L’Italia riparte da Cesare Prandelli per cercare di tornare a vincere e stupire il mondo con una nuova filosofia: quella di puntare sugli oriundi ed i giocatori di maggiore estro e fantasia. L’ex allenatore della Fiorentina, tramite le pagine de La Gazzetta dello Sport, ha rilasciato una lunga intervista dove parla del suo futuro come c.t. e delle decisioni che intende prendere per rilanciare la squadra azzurra: “Non ci sono soluzioni a effetto per risolvere tutti i problemi subito. La prima mossa è partire dal basso, valorizzando i settori giovanili a cominciare dalla tecnica di base, perché al calcio italiano non manca la qualità. Manca l’idea di esprimere la qualità, che è diverso. Adesso tutti parlano di giovani, ma una squadra che punta soltanto sui giovani difficilmente arriva tra le prime quattro. L’ideale sarebbe un accordo tra presidenti per schierare squadre con un numero minimo di italiani, perché poi ai Mondiali ci accorgiamo che siamo tutti tifosi dell’Italia. Modulo? Sicuramente con la difesa a quattro. Potremmo giocare con un 4-2-3-1 che può anche essere 4-3-2-1. L’importante è sfruttare l’ampiezza del campo, mantenendo le giuste distanze tra i reparti. Ma al di là dei moduli, dobbiamo riscoprire l’entusiasmo. A me non interessa cercare un leader. Il leader deve essere la maglia azzurra. Chi ho sentito? Ho telefonato a Buffon, per sapere come stava. Lui sarà il nostro capitano e spero che ci venga a trovare in settembre, quando saremo a Firenze. Altre telefonate? Dopo Buffon, ho chiamato Gattuso perché è stato un grande personaggio, un simbolo della Nazionale campione del mondo. Ho voluto ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto, perché anche se non verrà più in Nazionale rimane un esempio. Balotelli? Non l’ho chiamato io, me l’hanno passato alcuni amici che stavano parlando con lui e l’ho semplicemente salutato, senza promettergli nulla. Se credo in un Cassano maturo? Sì, perché mi è rimasta impressa una sua frase nel breve periodo in cui ero a Roma. Gli chiesi se era fidanzato e lui mi rispose che gli sarebbe piaciuto avere un figlio, ma soltanto con una ragazza che si innamorava di Antonio e non di Cassano. E quindi credo che Carolina sia la chiave della sua maturazione. Se giochiamo con il 4-2-3-1, con una punta davanti, Cassano può stare al centro e Balotelli a sinistra. Ma non è detto che giochino insieme a Londra, perché queste saranno convocazioni un po’ particolari. Ho una lista di 60 giocatori che possono entrare in Nazionale. Questa amichevole arriva molto presto, con pochi riferimenti concreti per me, perché non tutti hanno giocato. E allora ne chiamerò 23 o 24, dando la precedenza a quelli che conosco di meno e a quelli che fin qui hanno giocato di più. Amauri? In linea di massima l’idea è questa, ma per l’attacco c’è anche Borriello e poi ho ancora una settimana per le scelte definitive”.