Nato in una famiglia di origini libanesi, ha sviluppato molto presto il suo fiuto per gli affari acquistando il suo primo Buono del Tesoro messicano a 12 anni, quando solitamente i suoi coetanei pensavano magari a giocare con un pallone. Un fiuto che si è poi rivelato prezioso a partire dal 1982, la crisi fu l'occasione migliore per acquistare a prezzi bassissimi aziende strategiche. Nel 1990, con l'acquisizione di Telmex, la compagnia telefonica di stato diventata sua per una cifra corrispondente circa ad un cinquantesimo di quanto vale attualmente. A differenza di altri magnati meno ricchi, non ama però apparire o mettere in mostra la sua fortuna, tanto che l'unica debolezza che si concede sono le opere d'arte. Possiede infatti una serie di capolavori di Renoir e Van Gogh, oltre ad alcune statue di Rodin. È il principale artefice del rinnovamento dello stadio dell'Atletico Madrid Vicente Calderòn che sarà pronto nel 2017 con un intervento da 150 milioni di euro. Una mossa che rivela l’interesse del magnate per rilevare una fetta più o meno consistente del club. Per Slim non sarebbe la prima volta: nel 2012 salvò l’Oviedo, sull’orlo del fallimento, con un assegno da 1,9 milioni di euro. Nell’ultima stagione, il club è stato promosso in Segunda Division e oggi conta la quota di minoranza in mano a 30mila azionisti divisi in 190 Paesi. Patrimonio: 77,1 miliardi di dollari.
primo piano