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GdS – Serie A, no al protocollo e ipotesi partite al Centro-sud: due strade in caso di positività

Alessandro De Felice

Il quotidiano riporta le ultime notizie sulla ripresa del campionato

Il mondo del calcio continua lavorare con gli scienziati per individuare il piano per ridurre il rischio di contagio. Dopo il no al protocollo della commissione medica della Figc, giudicato 'insufficiente' dal Comitato tecnico-scientifico del Governo, tra le idee percorribili c'è sempre quella di disputare le restanti giornate di Serie A al Centro-sud, dove il numero di contagi è basso, tanto da avvicinarsi al rischio zero. "Una scelta complicata anche perché a quel punto almeno mezza serie A dovrebbe trovarsi centri di allenamento più vicini agli stadi dove si giocherebbe" scrive la Rosea, ma non da escludere.

In attesa di fissare un nuovo incontro per il protocollo, il nodo resta quello del tema legato a cosa fare in caso di positività: "Gli scienziati su questo hanno chiuso tutte le porte, ma non solo loro: di fronte a un caso, i calciatori - o i membri del cosiddetto «gruppo squadra» - devono essere trattati come gli altri. Due settimane di quarantena. Per il «positivo», ma anche per le persone che hanno avuto contatti ravvicinati con lui. La commissione medica della Figc aveva invece studiato una sorta di modello tedesco, con una chiusura di una settimana per prevenire qualsiasi possibilità di ulteriore contagio (tamponi a distanza di 24 ore e test sierologici in 5-7 giorni). La differenza è abissale: da una parte c’è la certezza del colpo di spugna sul campionato, ormai è chiaro che qualsiasi ipotesi di calendario si sfascerebbe di fronte a ulteriori due settimane di stop, dall’altra la possibilità di andare comunque in avanti".

Intanto lo scontro tra il calcio e il Ministro dello SportSpadafora potrebbe 'costringere' Giuseppe Conte a intervenire: "Nella serata di ieri è circolata con maggiore insistenza la notizia che il premier voglia stavolta intervenire in prima persona per confrontarsi col mondo del calcio. Ci sono due stati d’animo di fronte alla questione campionato. Spadafora vuole fare in fretta. Il ministro ribadisce di non aver nessun pregiudizio, ma è convinto che il confronto (ieri saltato) fra Comitato tecnico-scientifico del governo-commissione medica Figc e e Federazione medico-sportiva sul protocollo possa essere l’ultima scena. Se non c’è l’accordo, va staccata la spina sul modello francese".