primo piano

Quaresma: “Inter, un incubo da cui mi volevo svegliare”

E’ tornato a parlare l’acquisto più costoso degli ultimi anni da parte della società nerazzurra. Ricardo “Trivela” Quaresma, ora giocatore in forza al Besiktas, ha parlato al quotidiano spagnolo Publico della sua non...

Alessandro De Felice

E' tornato a parlare l'acquisto più costoso degli ultimi anni da parte della società nerazzurra. Ricardo "Trivela" Quaresma, ora giocatore in forza al Besiktas, ha parlato al quotidiano spagnolo Publico della sua non brillante esperienza italiana alla corte di Josè Mourinho. L'attaccante aveva vestito i colori dell'Inter dopo una lunga trattativa, e per volontà esclusiva di Josè, per la modica cifra di 18,6 milioni di euro più il cartellino del giovane Pelé (valutato 6 milioni di euro). Ricardo non ha mai trovato spazio nell'Inter e non ha mai ripagato la fiducia del tecnico né quella della società. Ora, iniziata la nuova avventura turca, il Trivela ha deciso di levarsi qualche sassolino dalle scarpette e, diciamolo chiaramente, di "sputare" nel piatto dorato in cui ha mangiato. “A Milano ho passato due anni terribili, ma sono cresciuto come uomo. La cosa di cui più mi pento nella vita è di essere andato all’Inter”. Queste le parole di riconoscenza del portoghese, ma non si ferma qui, infatti non risparmia belle parole per il suo ex tecnico Mourinho e per la società di Moratti: “All’arrivo a Milano capii subito che ero stato acquistato solo perché mi voleva Mourinho e nessun altro. Poi, all’improvviso, ho smesso di giocare. Lo riconosco, non ero in buona forma. Vedevo la registrazione delle partite e non credevo di essere io, però se un allenatore ti cerca e poi non ti aiuta quando ne hai più bisogno. In televisione Mou disse che mi facevo intimorire dai tifosi dell’Inter, invece nessuno mi ha mai fatto paura. Tantomeno in Turchia dove la pressione mediatica è più alta che altrove. La verità è che in Italia ho passato una fase delicata della mia vita (non dice quale, ndr). Sarebbe stato meglio aver chiuso gli occhi e svegliarsi solo ora.“All’Inter mi avevano tolto l’allegria, l’autostima che ho nel giocare a calcio. Sono successe molte cose a me a e varie persone del club. A un certo punto non sono stato più una prima scelta. Non mi hanno più convocato, mi sentivo ai margini. E mi svegliavo piangendo per andare agli allenamenti, ora invece lo faccio sorridendo”.