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Andrea Ranocchia si è raccontato in una lunga intervista concessa ad Assisi Sport. "Non ho iniziato giocando a calcio, addirittura facevo karate - ha raccontato - poi mi sono stancato quasi subito e sono passato al pallone. Le giovanili a Bastia, la maglia del Perugia portato da mister Rossi, l'incontro con Pietro Montanelli allenatore a cui tengo molto, poi ad Arezzo e Antonio Conte, mister fra i primi al mondo", ha chiarito a proposito della sua infanzia.
L'Inter il suo amore più grande in carriera: "Casa, dove ho tantissimi amici. Giocare a San Siro davanti a 80 mila persone è significativo, ci si arriva step dopo step, una volta che l'arbitro fischia il pubblico non lo vedi. A Milano stavo bene, mi hanno accolto premiandomi pochi giorni fa fra tanti applausi allo stadio, ho tanti amici e li sento spesso ogni giorno. L'attaccante più forte marcato? Senza dubbio 'il principe' Milito, poi mio compagno di squadra. Anche lui per sempre nella storia dell'Inter.
L'ultima esperienza, al Monza, non è andata come si aspettava, ma resta un ottimo ricordo: "Due signori veri, conoscendoli ho capito perché al Milan vinsero tanto. Bella e breve l'esperienza al Monza, ma sull'addio al calcio (comunicato via social proprio da Assisi, ndr), non tornerei indietro, ho deciso di lasciare non ne avevo più".
E la Serie A di oggi? "L'Inter si sta riprendendo in campionato, ma il Napoli di Luciano Spalletti, che ho avuto come allenatore, va davvero molto veloce. A gennaio vedremo se sarà in grado di arrivare in fondo e vincere. Simone Inzaghi è un bravo allenatore. Sono felice per il Monza, conosco l'allenatore Raffaele Palladino. Ci ho giocato insieme, ha saputo ingranare la giusta marcia stupendo tutti, faranno bene, lui è bravissimo. Il mio sogno oggi? Ripeto, la mia famiglia. Giulia e i miei bambini, riposarmi con il piacere di scoprire la quotidianità e vivere qui in questa terra unica, genuina, ricca, dove i miei figli potranno crescere bene".
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