«Sono passati 24 anni e la gente continua a ricordarsi tutto. Ho realizzato quei due gol contro il Brescia, all'esordio con l'Inter, dall'incoscienza della mia età, quando avevo 21 anni. Allora non avevo idea di come sarebbe stata la mia carriera. Negli anni ho capito che tutto è diventato indimenticabile, soprattutto per le persone che erano allo stadio. E in entrambi i gol, perché non sapevo nemmeno come festeggiare, sono corso a cercare Javier Zanetti. Se ero arrivato all'Inter era per volere del club, certo, ma anche per lui che mi aveva accolto. Io e mia moglie eravamo appena sposati, eravamo due ragazzini, siamo arrivati in Italia e abbiamo dovuto cercare casa. Javier ci ha offerto di rimanere a casa sua e gli abbiamo detto di no, stavamo andando in un albergo. Ma ha insistito e siamo rimasti là per tre mesi. Non ci conoscevamo, io non ero nessuno, e di solito questo fa la differenza con le persone. Non l'ho mai chiesto a Javier, ma forse ha replicato il gesto che qualcuno aveva fatto con lui quando era arrivato a Milano. In seguito ho fatto lo stesso con i compagni uruguaiani e li ho ospitati in casa mia. Le magliette dei giocatori che ho conosciuto in Europa? Cose materiali, io la penso in maniera diversa. Più che tenere le cose, lascio che resistano l'amicizia e i rapporti con i miei ex compagni”, ha detto di Pupi e della sua esperienza in Italia.