Durante una diretta Instagram, l'ex calciatore dell'Inter Alvaro Recoba ha parlato del suo passato in nerazzurro e di tanti aneddoti sulla sua carriera da calciatore:
primo piano
Recoba: “Potevo andare alla Juve. Moratti? Disse no al Barça per me. Il 5 maggio…”
Durante una diretta Instagram, l'ex calciatore dell'Inter Alvaro Recoba ha parlato del suo passato in nerazzurro
JUVE - "Sei mesi prima di arrivare all’Inter avevo fatto benissimo con il Nacional, poi il mio procuratore mi ha parlato di due possibilità: c'era l'Inter e la Juventus. Ero un ragazzino, avevo 20 anni. Non ti accorgi di dove vai, non lo sai. E' normale che il calciatore fa una carriera, i fenomeni di adesso non avevano in mente di arrivare così lontano. Quando sono arrivato all’Inter mi trovai in un mondo completamente diverso, io e mia moglie eravamo due ragazzini. Ho giocato con Ronaldo, Ibrahimovic, Batistuta, Baggio, Veron, Vieri, Zanetti e ne mancano tanti altri. Se mi avessero detto di fare questa carriera in una squadra come l'Inter per tanti anni non me lo sarei mai immaginato. Anzi, è andato meglio di quanto immaginassi a 4 anni".
5 MAGGIO - "Si sono dette tante cazzate, come che prima della partita altri avevano fatto altri risultati per favorire qualcuno e altre cose. Noi siamo andati a Roma, loro lottavano per l’Europa. No iamo partiti alla grande, abbiamo fatto gol e stavamo giocando bene. Poi è arrivato il pareggio, facciamo il 2-1 e abbiamo avuto anche altre occasioni. Poi c’è stata una giocata sfortunata e prendiamo il 2-2, ora è facile dire che doveva buttarla fuori. Un compagno pensava di darla al portiere ed è rimasta corta e ci hanno fatto il 2-2. Colpa di Gresko? No, è colpa di tutti quelli che erano in campo. Non è mica colpa di uno. Non ho mai dato le colpe, io ho sbagliato rigori con l'Helsinborg perché mi sono preso la responsabilità di calciare. Di quella partita, il 3-2 è stato un colpo duro. La Juve lo ha vinto perché lo meritava, dopo se vai a vedere tutte le cose degli anni prima pensi che non eravamo proprio male".
MORATTI - "Io mi son fatto voler bene, non solo da lui ma da tutti. Non andavo a cercarlo tutto il giorno, ero un ragazzo che faceva la sua vita, stavo con mia moglie, tranquillo. Lui aveva questa passione e io l’ho chiamato 50 volte di più quando sono andato via all’Inter rispetto; all'Inter non l'ho mai chiamato. C’era un feeling cresciuto vedendo un ragazzo che pensava a giocare a calcio che vedeva il calcio come lui voleva che fosse, con allegria".
BARCELLONA - "Nel 2001, mi sembra, era uscito che potessi andare al Barcellona. Moratti era molto amico del presidente del Barcellona, ma ha detto subito di no, che non andavo da nessuna parte e si è bloccato tutto dopo due secondi".
© RIPRODUZIONE RISERVATA