Ospite d'eccezione del canale YouTube di Gianluca Rossi, Alvaro Recoba, ex attaccante dell'Inter, ha raccontato tanti suoi ricordi tinti di nerazzurro, dal 5 maggio a quella folle vittoria contro la Sampdoria nel 2005. Ecco le parole del Chino:
primo piano
Recoba: “Inzaghi mi piace, peccato per questo Napoli. Ricordo più bello? Quel folle Inter-Samp”
L'affetto della gente
—"Nel calcio di oggi forse avrei fatto fatica, ma devo dire comunque che mi allenavo tanto, altrimenti non sarei stato tanti anni all'Inter. Quando torno in Italia, mi fa tanto piacere che la gente mi riconosca ancora. Quando vengo a Milano, sento la gente che parla di me con piacere, a prescindere da quello che ho fatto come calciatore. Sento che ho lasciato qualcosa".
Moratti
—Moratti? Ogni tanto lo sento. L'affetto che provavamo l'uno per l'altro quando giocavo era naturale, nulla di costruito. Quando sa che vengo a Milano, mi scrive e mi chiede di andare a trovarlo. Seguo l'Inter, ho visto il derby e dico che si gioca in maniera molto diversa dai miei tempi: si costruisce molto più dal basso, molti più tocchi. Quando smetti di giocare, fai fatica a guardare tante partite. Io lo faccio, perché facendo l'allenatore guardo gli altri stili di gioco.
Il più forte
—Io uno come Messi non l'ho mai visto: sono troppo giovane per aver visto Pelé, ho visto Maradona. Ma Messi è colui che ti fa qualunque cosa, è assurdo. E si supera ogni anno.
L'Inter di Inzaghi
—Se l'Inter non avesse trovato un Napoli così, sarebbe stata lì per giocarsi uno scudetto. Ma con un Napoli così non ce n'è per nessuno. Questa Inter mi piace come gioca, anche se non ha avuto la continuità del Napoli.
Ricordi
—Il mio ricordo più brutto all'Inter? Il 5 maggio, ma anche l'eliminazione in Champions contro il Milan. Il ricordo più bello? Quei 5 minuti folli in Inter-Sampdoria: un'adrenalina così l'ho provata poche volte in carriera. Dei ragazzi italiani qui in Uruguay mi hanno chiamato per intitolarmi un Inter Club. E' una gioia indescrivibile. Un pezzo del mio cuore resta nerazzurro: ho avuto la fortuna giocare a San Siro, con 80 mila persona a scandire il mio nome. Noi calciatori viviamo per quello.
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