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Repubblica – Conte umilia Eriksen e lo svaluta. Come può la società non intervenire? E i tifosi…

Redazione1908

Il caso Eriksen continua a far discutere in casa Inter. La scelta di Conte di far entrare il danese al minuto 91 ha scatenato un putiferio

"Gli interisti hanno proiettato fra le tendenze #Eriksen, esprimendo umana solidarietà a quel giocatore che in Premier League col Tottenham per tanti anni è stato al vertice della classifica degli assist. E chiedendosi come mai l'allenatore lo costringa a mortificanti passerelle di pochi minuti appena, a gara finita.

Ribaltando il motto di Boniperti alla Juventus, di cui Conte è stato capitano e bandiera, gli interisti rivendicano che nello spirito nerazzurro "vincere non è l'unica cosa che conta". Lo scrivono numerosi, chiedendo rispetto per quel giocatore che lo stesso ex ct ha definito "un bravo ragazzo, un po' timido". E perché allora punirlo così? Passando dalla compassione al pragmatismo, si domandano anche come sia possibile che la società non intervenga per denunciare la svalutazione di un asset importante. Perché nel calcio i giocatori sono sì dipendenti, ma anche capitale. Si fosse in una fabbrica automobilistica, sarebbero contemporaneamente operai, macchinari e automobili, per capirsi. Ed Eriksen meno di un anno fa è stato pagato 20 milioni più 7 di provvigioni. Ne guadagna 7,5 netti l'anno a cui vanno sommati i bonus",commenta Repubblica.

"Con ogni probabilità il danese sarà ceduto a gennaio: "Non tratteniamo nessuno che voglia andar via", ha detto l'ad Beppe Marotta, che lo volle così fortemente alla Pinetina. Anche nell'ottica di una cessione del giocatore, però, non si comprende l'utilità di demolirne l'immagine e di conseguenza rischiare di deprimerne il valore di scambio. Resta quindi la domanda:  perché Conte si comporta così?", si chiede il quotidiano.