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Un po' di respiro per l'Inter, che grazie alla vittoria al Tardini col Parma mette fuori la testa dalla crisi e tiene, momentaneamente, a distanza le inseguitrici. Questa l'analisi di Repubblica sulla sfida di ieri: "Due minuti per salvarne duemila, due piccoli essenziali minuti per riavvitare tasselli e bulloni alla panchina di Spalletti. Quanto basta a Lautaro Martinez per levarsi la tuta, entrare in campo al posto di João Mario (anche vostro cugino, in certi momenti della sua vita farebbe meglio del portoghese), correre verso la porta lanciato dal reprobo, non morigerato e non francescano ma tosto Nainggolan, preparare un bel destro secco e insomma mettere quella benedetta palla nella rete del Parma. Primo gol dell'Inter e prima vittoria del 2019 dopo le ultime legnate, dopo Conte che passeggia sotto la sede, dopo Mourinho che è come lo spirito santo e dopo mille ipotesi su quello strano tipo di futuro che è l'assenza del presente. Morale della favola: Inter salva, Spalletti anche. E Icardi ancora boccheggiante come un pesce rosso: meglio il toro Lautaro.
È, in fondo, la sostanza del dibattito che riguarda questa squadra da lungo tempo ormai: il problema è la sostanza collettiva o il limite individuale? Quanti giocatori nerazzurri sono sopravvalutati e quanti invece subiscono il generale disagio? Nella risposta, non semplice, risiede probabilmente il destino di Spalletti. Perché se il limite è di squadra sono cavoli suoi, se invece dipende più dai calciatori bisogna chiedere conto a chi li ha comprati. Di sicuro, chi ha preso Lautaro Martinez ha visto giusto. È lui, dopo appena due minuti di prato a farsi lanciare da Nainggolan e a smuovere la rete con un diagonale classico. Un bel gol, e insieme la possibile risposta al quesito precedente: il calcio lo fanno i calciatori giusti, e lo disfano quelli sbagliati. A chi costruirà la prossima Inter l'arduo compito di setacciare, scegliere e separare il grano dal loglio", conclude Maurizio Crosetti.
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