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Quasi 500 milioni di euro. È l'enorme cifra investita da Suning da quando ha preso le redini dell'Inter. Dalle colonne di Repubblica, Andrea Sorrentino traccia un bilancio dell'effetto Suning sulla società nerazzurra: "E dopo due anni alla guida del club, pare che il giocattolo gli interessi, come mai accaduto a investitori asiatici in Europa, non a caso avrebbe rifiutato mesi fa la proposta di un fondo di investimenti per rilevare l’Inter. Dalle cifre dell’ultimo bilancio si arriva a quantificare in quasi 500 milioni, e in appena due anni, la cifra che Suning ha investito qui, tra aumenti di capitale e prestiti (quasi metà della cifra, 230 milioni, è un prestito di Suning all’Inter stessa). E un altro esborso è pronto, per rilevare il 30% delle quote di Erick Thohir, una cifra che ondeggia tra gli 80 e i 150 milioni, a seconda di quanto si valuterà il club, anzi su quello le due parti discutono da mesi. Il valore è lievitato di oltre il 100% nell’ultimo anno, secondo "Brand Finance" si attesta sui 410 milioni, ma gli introiti della Champions saranno altra legna. Il circolo virtuoso innescato dalla partecipazione alla Coppa è innegabile: tra semplice partecipazione alla prima fase, premi per le due vittorie e incasso nella prima partita sono già entrati 45 milioni, e siamo solo all’inizio".
"Poi ci saranno i ricavi da stadio che il San Siro interista, visto che parte da 40mila abbonati, garantisce sempre (scontato il tutto esaurito nel derby di domenica), perché la squadra va bene e perché c’è stata la migliore politica in Italia di riempimento dell’impianto, visto che anche dalla scelta dei manager giusti passano i successi di un’azienda. Poi serviranno, come sempre, i risultati sportivi: dopo il primo anno orribile, con le scelte sciagurate sugli allenatori (da Mancini a De Boer a Pioli a Vecchi) e su certi giocatori (83 milioni per Joao Mario e Gabigol), la nuova dirigenza ha imparato la lezione e da Spalletti in poi, passando per l’ultimo mercato, è esplosa la lucidità. Il radicamento di Suning passerà anche dalla presidenza di Zhang Steven, il figlio 27enne del proprietario, che a Milano si diverte un mondo ma pare sia pronto per prendersi le sue responsabilità. Papà Jindong lo vuole. Come si dirà "il gioco vale la candela" in cinese?", si legge sul quotidiano.
(Andrea Sorrentino, La Repubblica)
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