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Questa sera si gioca Inter-Roma, il campo come sempre dirà tutto quello che serve. Intanto sui giornali la partita degli allenatori è già cominciata. Gasperini da una parte, Enrique dall'altra: un momento complicato in comune e la parola 'esonero' che incombe sulla testa di entrambi.
In Spagna lo chiamano 'Resultadismo'. La Repubblica riprende questo termine per parlare della mentalità che va per la meglio nel calcio italiano: 'o ti sbrighi a vincere o ti caccio'.
"Inter-Roma dovrebbe essere solo una bella partita, tra due squadre molto nuove. Uno si dovrebbe godere Forlan o Pjanic, Sneijder o Totti, e non l’ultimo round tra due allenatori arrivati ieri. A settembre dovrebbe esserci ancora tempo per perdere e per sbagliare e per rimediare. Gian Piero e Luis hanno giocato tre partite ufficiali per uno, non dieci o venti, tre. Hanno sbagliato molto, sono sicuramente anche dei testoni, due di quelli che puntano molto su stessi e hanno perfino troppo orgoglio, però se li hai voluti, se li hai scelti devi rispettarli e soprattutto aspettarli", è il monito del noto quotidiano della capitale.
Troppa pressione, troppe partite in pochi giorni, non c'è il tempo di recuperare quando si sbaglia: i ritmi frenetici del calcio schiacciano (e non dovrebbero) due allenatori con i quali si era parlato di 'progettualità'. La pressione che si subisce porta a diversi cambi in campo. Per esempio Gasperini a Pechino ha messo in campo Eto'o e Sneijder, in campionato ha giocato con Zarate, Milito e Forlan e poi in Champions con Zarate, Sneijder a Pazzini. Tre uscite, tre moduli diversi, difesa diversa, stesso risultato: confusione sul terreno di gioco e poi tutto intorno.
Se però l'allenatore della Roma è stato almeno rassicurato nei giorni scorsi con un bel 'può perdere tutte le partite, ma il tecnico è lui', non è stato così per mister Gasp: "A Moratti - fa notare il giornale - invece partono sempre dei “però” e dei “per ora”. All’Inter, tranne Mourinho, l’allenatore è storicamente più debole dei giocatori. Il “resultadismo” del resto è spietato". Anche perché di fronte alla prima sconfitta dei nerazzurri i media scatenano la fine del mondo.
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