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Ritiro blindato, proteste svizzere: “Andassero a Guantanamo”. Ma il sindaco: “Conte non fa sconti”

Il ritiro dell'Inter sta destando polemiche in Svizzera. Ma Lugano era stata avvertita

Redazione1908

Il ritiro dell'Inter, blindato come mai in passato, alimenta polemiche in Svizzera. Come scrive Repubblica, i media del Canton Ticino da giorni lamentano il fatto che l’Inter si alleni a porte chiuse, senza alcun contatto con la cittadinanza di Lugano. I pochi tifosi locali che avevano tentato lunedì di accedere ai campi, si sono presto arresi. Sui social dei media ticinesi i commenti sono di questo tenore. “Per tanto così potevano andare ad allenarsi a Guantanamo”. “Quanto costa ai contribuenti la permanenza dell’Inter? Qual è il vantaggio?”.

Ma il sindaco della città difende i nerazzurri, che avevano già avvertito che il ritiro sarebbe stato blindato: "La dirigenza della società nerazzurra con noi è stata esplicita sin da subito. Voleva la tranquillità e la discrezione che, altrove, non poteva avere. Certo, da amante del bel calcio, piacerebbe anche a me assistere a degli allenamenti a porte aperte. I patti, però, erano chiari. Il nuovo allenatore Antonio Conte è un duro, un vincente, non guarda in faccia a nessuno. La sensazione è che sia stato lui a volere un ambiente protetto per iniziare il nuovo corso”, ha commentato Marco Borradori.

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