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Il ritiro dell'Inter, blindato come mai in passato, alimenta polemiche in Svizzera. Come scrive Repubblica, i media del Canton Ticino da giorni lamentano il fatto che l’Inter si alleni a porte chiuse, senza alcun contatto con la cittadinanza di Lugano. I pochi tifosi locali che avevano tentato lunedì di accedere ai campi, si sono presto arresi. Sui social dei media ticinesi i commenti sono di questo tenore. “Per tanto così potevano andare ad allenarsi a Guantanamo”. “Quanto costa ai contribuenti la permanenza dell’Inter? Qual è il vantaggio?”.
Ma il sindaco della città difende i nerazzurri, che avevano già avvertito che il ritiro sarebbe stato blindato: "La dirigenza della società nerazzurra con noi è stata esplicita sin da subito. Voleva la tranquillità e la discrezione che, altrove, non poteva avere. Certo, da amante del bel calcio, piacerebbe anche a me assistere a degli allenamenti a porte aperte. I patti, però, erano chiari. Il nuovo allenatore Antonio Conte è un duro, un vincente, non guarda in faccia a nessuno. La sensazione è che sia stato lui a volere un ambiente protetto per iniziare il nuovo corso”, ha commentato Marco Borradori.
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