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Rivoluzione obbligatoria. Stop alla fuga di responsabilità , adesso Mancini…

Alessandro De Felice

Hanno staccato la spina, si vedono già proiettati su un atollo delle Maldive. Questa la prima riflessione di un qualsiasi spettatore al triplice fischio di Inter-Parma. Questo è ciò che fa arrivare la squadra ai pochissimi paganti che, solo per...

Hanno staccato la spina, si vedono già proiettati su un atollo delle Maldive. Questa la prima riflessione di un qualsiasi spettatore al triplice fischio di Inter-Parma. Questo è ciò che fa arrivare la squadra ai pochissimi paganti che, solo per amore incondizionato, decidono ancora di andare allo stadio.Un gruppo che continua a scrollarsi di dosso ogni tipo di responsabilità, procrastinando sempre a domani ciò che invece andrebbe fatto oggi. Confusione che monta e che assale i tifosi, vittime dichiarate, continuamente colpiti da dichiarazioni che fanno male come colpi di frusta: illusi praticamente su tutti i fronti, dall’eliminazione in Coppa Italia contro il Napoli, a quella in Europa in favore del Wolfsburg. Delusi dalla mancata qualificazione in Champions prima e da quella in Europa League poi. Perché la recente storia nerazzurra racconta proprio questo: un rimando di responsabilità fino all’ultimo stadio, finché la realtà non ti inchioda con le spalle al muro, mostrando che non è più tempo di balle. Una squadra conformata alla sconfitta, e ciò che fa male, è vedere i nuovi arrivi adeguarsi senza scrupoli all’andazzo. Brozovic e Shaqiri, arrivati per portare nuova linfa, sono stati letteralmente risucchiati dal nucleo preesistente: resi abulici. Le loro doti rifioriscono in Nazionale, dove puntualmente riprendono a fare la differenza. E allora la rivoluzione potrebbe davvero essere la strada più giusta da intraprendere, quantomeno per evitare un contagio che sembra già attecchire. Una possibilità che però non serve come ancora a Roberto Mancini, che non deve assolutamente sentirsi meno colpevole per l’accaduto, anzi. Molte prestazioni scialbe sono anche figlie del suo comportamento iniziale, troppo distaccato dalla realtà nerazzurra. L’atteggiamento british, che spesso gli hanno attribuito al tecnico jesino, è poi sfociato in senso di superiorità verso un gruppo, un ambiente e un periodo che purtroppo esiste davvero. Anche se spesso cercano di nasconderlo. Probabilmente adesso ha capito lui stesso che un passo indietro è la cosa più giusta da fare, la sfuriata di sabato lo dimostra. Il Mancini 2.0 non ha fatto breccia nel cuore dei tifosi interisti, meglio lasciar perdere gli aggiornamenti e tornare alla precedente versione del software.