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Non solo Ramires e Alex Teixeira, anche Roger Martinez potrebbe essere uno dei giocatori di Suning a cambiare casacca e a passare dallo Jiangsu all'Inter. Il colombiano ha parlato del suo futuro e della sua volontà di giocare in Italia: "È stata un'esperienza bellissima e ora spero di fare un salto nella mia carriera",
Che valutazione fai della tua stagione nel calcio cinese?
"La verità è che è stata molto positiva. Soprattutto nel secondo semestre. Nel primo ho avuto un paio di infortuni che mi hanno complicato un po' le cose. In primo luogo, un fastidio nella parte posteriore della gamba sinistra; Poi, una settimana dopo il recupero, ho avuto una distorsione al ginocchio destro. Niente di serio, ma la comunicazione con i cinesi era sempre complicata. E in quei momenti ho avuto un brutto momento.
Hai pensato di lasciare la Cina, nonostante i soldi che avevi da guadagnare?
"C'è stato un periodo in cui ho pensato di provare a riprendermi da qualche altra parte, in Colombia o in Argentina. Non abbiamo raggiunto un accordo. I cinesi non avevano idea di quale fosse il problema che mi colpiva e non sapevo come spiegare il dolore che sentivo. È diventato difficile"
Il bilancio è quindi positivo?
"Ho fatto più di 20 gol nel Jiangsu Suning e ho lasciato molte amicizie, tra cinesi e stranieri. C'erano sensazioni molto buone nello spogliatoio. C'erano i brasiliani Ramires e Alex Texeira, l'australiano Trent Sainsbury. Con loro sono stato benissimo; Sono persone fantastiche e mi hanno facilitato l'adattamento in un paese difficile".
Com'è la Super League cinese?
"Il calcio cinese è duro. Ha giocatori molto forti, fisicamente ben preparati, intelligenti, ma il latino fa la differenza per la sua abilità, per la sua tecnica. Più tardi, i tecnici stranieri hanno il coraggio di osare di più, di essere offensivi e protagonisti. E, davvero, questo è ciò che fa fare un salto di qualità alla squadra".
Cosa significa essere diretto dall'italiano Fabio Capello?
"Nel Jiangsu Suning abbiamo sempre avuto un allenatore straniero. Il primo è stato il coreano Choi Yong-soo. Poi è arrivato Capello e la squadra ha cambiato il modo in cui giocava. È stata un'esperienza meravigliosa essere guidato da un tecnico con così tante capacità ed esperienza. Ho imparato molto da Capello in questo periodo che ero sotto i suoi ordini. Ha sempre chiesto di me, mi ha detto di muovermi liberamente, in alto, di essere calmo, di affrontare. Questo tipo di allenatore ti lascia un segno".
In quale campionato ti piacerebbe giocare ora?
"Spero mi tocchi l'Italia. È un campionato importante, ho sempre sognato di indossare la maglia di una squadra europea. Non vedo l'ora"
Pensi che giocando in Italia tu possa avere più possibilità con la Nazionale?
"L'importante è che sono sempre stato nel mirino di José Pékerman. Lo staff tecnico mi stava osservando. E questo è importante. Ora avrò la possibilità di giocare un torneo più competitivo. Penso di poter giocare la Coppa del Mondo, che è il mio obiettivo, raggiungere la Russia con impegno e sacrificio".
(El Spectator)
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