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Ronaldo: “Milan? Cuore nerazzurro. La verità  sul mio addio. Quel rigore…”

Daniele Mari

Torna a parlare Ronaldo. Il Fenomeno, intervistato da Il Messaggero, ripercorre anche le tappe del suo abbandono all’Inter e parla anche delle prospettive scudetto della squadra di Mancini: “L’abbassamento non è...

Torna a parlare Ronaldo. Il Fenomeno, intervistato da Il Messaggero, ripercorre anche le tappe del suo abbandono all'Inter e parla anche delle prospettive scudetto della squadra di Mancini: "L'abbassamento non è un'esclusiva dell'Italia. È il calcio Mondiale a essere privo di talenti. Adesso il livello dei calciatori è  diventato più equilibrato, ma più basso. Se Mancini può rivincere lo scudetto già quest'anno? Magari! Mancini ha una grande identificazione con la squadra. Il campionato è ancora lungo e difficile, e anche dopo il ko di Napoli, faccio il tifo per l'Inter. Oltre all'Inter, chi metto tra le favorite? Il Napoli è molto competitivo, ma starei attento alla Juve, che se non è la stessa degli anni scorsi, è comunque molto forte, pur essendo un po' indietro in classifica. La Roma? Non credo possa lottare per il titolo, penso sia di un livello inferiore".

L'ADDIO - «Dopo una cessione traumatica il giocatore se ne va da un’altra parte,ma la società e i tifosi rimangono dove sono. E quindi si costruisce l’immagine del calciatore-bad boy. Io non chiesi di andare via, dissi solo che non potevo più allenarmi con Cúper. Moratti decise di non fare nulla e allora scelsi di andarmene per continuare a essere felice, ma la gente non comprese. Sono fiero di aver preso una decisione del genere così giovane».

CUPER - «Il rapporto eramolto difficile, complicato dai suoi metodi di allenamento. Ci portava all’esaurimento fisico. Alla fine, il tempo mi ha dato ragione».

INTER O MILAN - "Ho un affetto speciale per entrambe le squadre, però direi che l’Inter è stata molto importante per me. Cinque anni sono tanti, il mio cuore batte un po’ più forte per l’Inter. Purtroppo la fine è stata traumatica, ma sono molto fiero della mia storia all’Inter»

IL CAMPIONATO 1997-1998 - "Non avevo la percezione che qualcosa non andasse per il verso giusto ma la Juve non ne aveva bisogno, era già forte in quegli anni. I confronti per il campionato sarebbero comunque stati fra noi, Juve, Lazio e Roma, le migliori dell’epoca. L’episodio del rigore con Iuliano faticai ad accettarlo, nel post partita ero molto nervoso perché ero sicuro di aver ricevuto la botta. Non assegnare quel rigore è stato molto strano ma sono sicuro che si tratta di un periodo che gli italiani vogliono dimenticare. Oggi abbiamo dirigenti in galera e scandali di corruzione, il calcio non ha imparato nulla”.