primo piano

S. Zanetti: “Donkor diventa un grande, Javier torna prima. Nchama e Bigotto…”

Alessandro De Felice

Scudetto bis? Sergio Zanetti, il fratello del Capitano, proverà  a bissare il successo dello scorso anno alla guida della Berretti dell’Inter. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il tecnico ha parlato della...

Scudetto bis? Sergio Zanetti, il fratello del Capitano, proverà  a bissare il successo dello scorso anno alla guida della Berretti dell'Inter. In un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il tecnico ha parlato della finale di ritorno di sabato (in programma  ad Interello alle 16, ndr) che vedrà i suoi in campo contro l'Atalanta di Beppe Bergomi. I nerazzurri partono con il vantaggio dell'1-0 della gara di andata.

ULTIMO PASSO - «Ci manca l’ultimo passo, e dobbiamo vincere, ma siamo già soddisfatti del lavoro svolto. Abbiamo creato un gruppo importante, e non era facile in un anno così complicato, coi tanti infortuni della prima squadra, che hanno coinvolto anche la Primavera, e quindi noi. Ce l’abbiamo fatta grazie a un lavoro di squadra: Luca Facchetti (figlio di Giacinto, ndr), Piero Bosaglia, Luca Corbellini, ognuno ha messo molto di sé. Adesso manca la gara decisiva».

GRUPPO COMPATTO «Ho trovato la disponibilità di tutti e ognuno ha avuto la chance di giocare. Ho cambiato diversi moduli, adesso giochiamo col trequartista: ci esprimiamo bene così. Ciascuno ha un ruolo definito, e non parlo solo dei primi 11: è molto importante anche chi subentra. È segno di maturità».

DIALOGO ED ESEMPIO -  «Credo nel dialogo e nell’esempio. Il primo che deve rispettare le regole sono io. Questa è una categoria particolare, non sono più ragazzi. Bisogna crescere non solo in campo, ma anche diventare professionisti. Sono contento se i ragazzi lo capiscono: ho incontrato recentemente Bangoura (Cesena) e Martinelli (Pergolettese), due ragazziche ho avuto nella scorsa Berretti. Mi ha fatto enorme piacere ritrovarli “uomini”, è una soddisfazione impagabile».

SORPRESA VALERIANO E BIGOTTO -  «Hanno fatto un salto enorme Valeriano (Nchama) e Bigotto: venivano da realtà più piccole e con l’entusiasmo e la voglia si sono adattati velocemente a ritmi e aspettative differenti».

NON SOLO IL "FRATELLO DI JAVIER" -  «Io sono soddisfatto di quanto ho fatto. Altri devono giudicare il mio lavoro, oggi assicuro che non so qual è il mio futuro. Attendo che l’Inter mi faccia conoscere i programmi».

IL PASSATO DA CALCIATORE IN ARGENTINA -  «Nella massima serie con il Deportivo Español, poi con il Racing, un club che ti regala emozioni uniche. Ricordo che lì ho incontrato Diego Milito, io ero vice capitano, lui ragazzo di belle speranze: non è cambiato di una virgola. Grande umiltà e spirito di sacrificio. Un esempio per i giovani».

JAVIER ESEMPIO PER I GIOVANI -  «Già. Se lo cerchi lo trovi in palestra a lavorare, adesso. Ferie o non ferie, è sempre lì. Lui haun carattere ottimista, tornerà sicuramente, e forse prima del previsto...».

JAVIER E IL SOPRANNOME "PUPI" RUBATO -  «Rubato no! E’ andata così: mia moglie Silvia mi chiamava Pupi, un mio compagno del Deportivo Español l’ha sentita e ha iniziato a usarlo, così gli allenatori. Questi tecnici hanno poi allenato Javier, e siccome al Banfield, dove giocava, ce n’erano diversi che si chiamavano come lui, hanno iniziato a chiamarlo Pupi».

BERGOMI E IL VANTAGGIO PER L'ATALANTA SE NON GIOCA DONKOR -  «Lo capisco, Isaac diventerà un grande giocatore. Non ha solo doti tecnico-atletiche, è un ragazzo umile, serio, che si applica. Arriverà, sono d’accordo con lo Zio (che proprio in esclusiva per Fcinter1908.it esaltò Donkor ndr). E sabato gioca...».