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Sabatini: “Inter, dovere giornalistico impone: 19 scudetti sul campo e uno a tavolino. Frattesi simbolo”

Gianni Pampinella Redattore 
Nella rubrica per Calciomercato.com 'Sinceramente Sabatini', il giornalista commenta lo straordinario percorso in campionato dell'Inter

Nella rubrica per Calciomercato.com 'Sinceramente Sabatini', Sandro Sabatini commenta lo straordinario percorso in campionato dell'Inter. Il giornalista indica in Frattesi l'uomo simbolo della stagione nerazzurra. "Il simbolo dello scudetto è Frattesi, miglior dodicesimo uomo del mondo. Entra e gioca, gioca e segna. Non servono statistiche, basta la memoria. In campionato ha disputato appena una volta 90 minuti (a Firenze) e più di un’ora solo contro Lecce ed Empoli. In tutte le altre partite, quarti d’ora più recuperi quando gli è andata di lusso".

"Ripensando all’estate, torna alla mente che lo volevano Milan, Juventus e Napoli. Ed ecco una domanda solo in apparenza provocatoria: in qualsiasi altra squadra, sarebbe stato titolare? Risposta: sì. Senza dubbio. Titolare anche con Spalletti in nazionale? Risposta: probabile, con l’unico dubbio se insieme o in alternativa a Barella".

"Questi dettagli statistici su minuti giocati e gol segnati in campionato (5) completano una considerazione più ampia: l’Inter di Frattesi dodicesimo uomo ha dominato e stravinto perché è nettamente più forte di tutte le altre. Sinceramente, non c’è paragone. Nè discussione. La cifra tecnica, ancorché sottovalutata in partenza, è complementare al lavoro - meritevole - di Simone Inzaghi. Frattesi fa rima con attesi. Cioè “attesi” grandi festeggiamenti il 22 aprile lunedì consacrato al derby. Ma pure “attesi” nuovi soci o nuovi prestiti per il verdetto societario su Zhang e il fondo Oaktree, attorno al 20 maggio".

"Invece nessuna attesa - meglio così - per eventuali polemiche juventine alla consacrazione della Seconda Stella. Il dovere giornalistico impone una certificazione: 19 scudetti sul campo più uno a tavolino. Aritmetica spicciola che non va in contrasto con l’ufficialità e nemmeno con la storia certificata dalle sentenze. Tutte le sentenze: sia quelle della rigorosa estate 2006, sia quelle più morbide degli anni successivi. Sono trascorsi diciotto anni, l’età della maturità a scuola e la Generazione Z era appena uscita dall’asilo. Ecco perchè le discussioni sul passato saranno territorio abitato solo dai boomer o poco under".


"Ci sarà curiosità, quella sì. Ma più che per la scia ancora velenosa di Calciopoli, per la festa attesa a San Siro la notte del derby. Comunque la storia offre soluzioni immense di ricordi e link veramente signorili. Il Milan punito anch’esso nell’estate 2006, si ritrovò infatti a giocare la Champions, a vincerla e perfino a conquistare poi il Mondiale per Club. All’opportunità del primo derby dopo le vittorie rossonere, il nerazzurro Roberto Mancini inventò un elegantissimo “paseo d’onor” per Ancelotti e la squadra appena reduce dal trionfo mondiale. Un drone di applausi sorvolò San Siro e poi si giocò. A scapito della squadra appena laureata più forte in Europa e nel Mondo (il Milan) quel derby lo vinse quella più forte allora in Italia (l’Inter). Magari, chissà. Forse succederà quest’anno con la più morbida Europa League, per il Milan dalla risaputa tradizione internazionale? Tutto può essere".

"Non esistono certezze, quando il calcio è passione ed eleganza, tecnica e tattica. Anziché polemiche e veleni, pretesti e proteste. Che nessuno si senta offeso, allora, se Frattesi, dodicesimo uomo dell’Inter, diventa credibile come simbolo dello Scudetto numero 20° (19 sul campo più uno a tavolino). La sua è la storia di una (seconda) stellina che parte sempre dalla panchina. Applausi".


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