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Sacchi: “Ciclo Inter avanti, ma a un patto. Inzaghi migliorato, in Champions troppo difensiva”

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Del trionfo dell'Inter, campione d'Italia, e delle scelte per il futuro che dovrà fare la dirigenza nerazzurra ha parlato l'ex tecnico
Andrea Della Sala Redattore 

Del trionfo dell'Inter, campione d'Italia, e delle scelte per il futuro che dovrà fare la dirigenza nerazzurra ha parlato l'ex tecnico Arrigo Sacchi a La Gazzetta dello Sport:

"Sono d’accordo con il mio amico Marotta: l’Inter può essere all’inizio di un lungo ciclo vincente. A un patto, però: che vengano confermati soltanto gli elementi veramente affidabili, quelli che possono dare qualcosa in più in futuro. Gli altri, quelli che verranno ritenuti non più utili alla causa, siano ceduti. Dico questo perché conosco le trappole del successo: si pensa di essere diventati invincibili, si perde quel pizzico di umiltà che è fondamentale per costruire qualsiasi impresa. Il Napoli, che prima conquista lo scudetto mostrando un gioco meraviglioso e stupendo tutti e poi incappa in una stagione storta, è un esempio da tenere in considerazione".


Il mio ragionamento parte da una convinzione: per fare sempre meglio, proprio nel momento del successo, è necessario rinnovarsi. L’Inter, in questo campionato, ha dato tutto ciò che poteva dare e lo dico pensando a prestazioni stupende e a una cavalcata, in particolare nel girone di ritorno, che ha avuto altissimi picchi di rendimento. Adesso è necessario che i dirigenti si pongano delle domande. La prima è: questi ragazzi ripeteranno ciò che hanno fatto? Lo so che nell’attimo del trionfo non è mai semplice ragionare a mente fredda e conservare la lucidità di giudizio, però è un esercizio imprescindibile se si vuole davvero aprire un ciclo vincente. Adesso, dopo aver festeggiato per la meritata conquista dello scudetto, i dirigenti e Simone Inzaghi, sempre che non lo abbiano già fatto, devono mettersi attorno a un tavolo e analizzare la situazione.

Ci sono ancora margini di miglioramento in questo gruppo oppure ha dato tutto ciò che aveva? C’è la giusta armonia di squadra? Tutti hanno le motivazioni che sono la base per raggiungere grandi traguardi? Inoltre, e qui l’allenatore dovrà dare un parere vincolante, i giocatori sono tutti adatti a giocare “con” la squadra e “per” la squadra? Una volta trovate le risposte a questi quesiti si può pensare di osservare il mercato e di vedere se ci sono delle opportunità da cogliere. L’importante, e questo non mi stancherò mai di dirlo, è che si valutino gli atleti prima di tutto per le loro qualità caratteriali: di un campione, o presunto tale, che non ha la testa non me ne faccio nulla, anzi sarebbe dannoso all’interno del gruppo.

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Analizzando con attenzione la stagione dell’Inter, credo che non manchi la solidità della costruzione messa in piedi da Inzaghi. Ci sono valutazioni da fare, questo sì. Ad esempio: Thuram è stato una splendida sorpresa, sarà in grado di ripetersi? Io penso di sì, perché mi sembra un ragazzo educato, un serio professionista dotato di ottime qualità. Stesso discorso si potrebbe fare per Dimarco, che ha avuto un rendimento strepitoso. Si confermerà ad alti livelli? E Lautaro continuerà a essere quell’implacabile cannoniere che abbiamo ammirato soprattutto nella prima parte della stagione? Dopo aver confermato i loro punti fermi, i dirigenti dell’Inter dovrebbero andare a pescare qualche giovane interessante. I giovani sono importanti perché possono crescere e dare la sveglia ai compagni che, magari, tendono ad addormentarsi sulle glorie passate.

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Simone Inzaghi, altro aspetto importantissimo, deve aver voce in capitolo nelle scelte della società. È lui a dover dare la linea, perché è lui che allena i giocatori e ci vive a stretto contatto tutti i giorni: i dirigenti, se gli affari sono sostenibili, dovranno cercare di accontentarlo. A proposito di Inzaghi, devo ammettere che in questa stagione è migliorato tantissimo. L’Inter mi è sembrata una squadra molto più europea rispetto a prima. Peccato per l’eliminazione in Champions, a mio avviso figlia del desiderio di difendere più che della voglia di vincere in casa dell’Atletico.

E così, temendo di subire gol e scegliendo un atteggiamento prudente, si è finito davvero per subire gol e per perdere. Purtroppo, aggiungo, perché l’Inter, a mio avviso, in questa edizione di Champions, sarebbe stata un’avversaria difficile per tutti. Pazienza, vorrà dire che ci proverà nella prossima stagione, quando si capirà se davvero il ciclo nerazzurro sarà destinato a durare a lungo.

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