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Partiti elementi come Brozovic, Dzeko e Lukaku, i nerazzurri non hanno acquistato fuoriclasse. Sarà dunque decisivo il lavoro dell’allenatore che avrà il compito di dare un gioco alla squadra. Soltanto così, cioè se ci sarà una manovra fluida e non si vedranno sette o otto uomini in fase difensiva e solo due o tre quando si attacca, i nuovi arrivati potranno inserirsi al meglio. Non vedo, nell’Inter, individualità in grado di spostare gli equilibri di una partita, a parte forse Lautaro Martinez, ma vedo la possibilità di costruire una struttura che sappia garantire un gioco armonico e, finalmente, aggressivo e coraggioso. Tocca a Inzaghi indirizzare il gruppo verso questo obiettivo, facendo leva anche sul nucleo di italiani che lo compone.
Completamente diverso il discorso che riguarda il Milan. A parte Calabria, che però non so se farà il titolare, nella formazione-base dei rossoneri non c’è un italiano. Sono davvero curioso di vedere come tante culture possano andare d’accordo. Io sono convinto di una cosa: gli stranieri, quando arrivano nel nostro campionato, tranne rari casi, hanno bisogno almeno di un anno per ambientarsi. Sbarcano da Paesi in cui, nella maggior parte dei casi, si pratica un calcio più offensivo, devono quindi adeguarsi alle nuove esigenze, cambiano i metodi di allenamento, i compagni di squadra e anche lo stile di vita. Non è semplice per un ragazzo che arriva dalla Spagna, dalla Francia, dall’Olanda o dall’Inghilterra indossare la maglia del Milan, scendere in campo davanti al pubblico di San Siro e subito regalare meraviglie.
Pioli, che nella stagione dello scudetto ha dimostrato le sue capacità, dovrà essere bravo a far coesistere tutte queste risorse che il club gli ha messo a disposizione. Nella scelta di avere una squadra formata da stranieri vedo un’indicazione filosofica della società. Dopo aver mostrato coraggio mandando via Maldini e Massara, che tanti meriti avevano avuto nella stagione dello scudetto, adesso i dirigenti puntano su un Milan figlio della globalizzazione. Se fossi un tifoso, non sarei contento: credo che qualche italiano sarebbe importante anche per far capire la storia e lo stile di una società uiltracentenaria. Ma, se riescono nell’impresa, e se avranno fin da subito risultati positivi in termini di gioco e di punti, non resta che inchinarsi. Però, se i rossoneri vogliono giocare con il 4-3-3, che siano italiani o stranieri, bisogna che si mettano in testa che i due attaccanti esterni devono rientrare in fase difensiva, altrimenti faranno parecchia fatica. Sia per quanto riguarda l’Inter «italiana» sia per quanto riguarda il Milan «straniero» mi sento di dare un consiglio alle rispettive tifoserie: servirà pazienza e i giudizi non siano affrettati", si legge.
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