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Però Inzaghi ha portato l’Inter in finale di Champions League: grande risultato. E in più ha vinto Coppa Italia e Supercoppa italiana.
—«Simone sta facendo ottime cose, questo è davanti agli occhi di tutti. Mettiamola così: Inzaghi sarebbe perfetto se fosse più stratega che tattico. Il fatto è che, se hai a disposizione degli individualisti, non puoi pensare di fare un gioco collettivo. E’ una questione filosofica: per praticare un calcio moderno servono interpreti moderni che giochino con la squadra e per la squadra a tutto campo e a tutto tempo. E serve inoltre che tutti partecipino sia alla fase difensiva sia a quella offensiva. Undici uomini in continuo movimento, con e senza la palla. In questo modo si attivano la collaborazione, la sinergia e, se tutti funziona a meraviglia, si arriva all’interiorizzazione del gioco, che è il punto più alto che una squadra possa raggiungere. Significa saper stare in campo, sapersi muovere e saper passare il pallone a occhi chiusi, perché i meccanismi sono ormai stati completamente assimilati».
Vorrebbe che l’Inter facesse più pressing?
—«Certamente: se lo facesse si avvicinerebbe agli standard del calcio d’avanguardia. Quando fai pressing togli sicurezze all’avversario e ci guadagni in autostima. Però Simone queste cose le sa bene. Finora il suo lavoro è stato ottimo, questo gli va riconosciuto. Ripeto: diventerebbe eccezionale se migliorasse nella strategia. Può darsi che mi sbagli, ma in giro per il mondo vedo che le grandi squadre, quelle che fanno la storia, puntano molto sul gioco collettivo e sulla strategia».
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