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Stando così le cose si concluderà: una squadra simile è destinata a vincere, non ci sono dubbi. E invece no, perché esiste sempre una contromossa per disorientare anche avversari tanto forti come quelli del City. Prima cosa da sottolineare: l’Inter è arrivata alla finale di Istanbul con merito, superando ostacoli tutt’altro che semplici come il Porto negli ottavi, il Benfica nei quarti e il Milan in semifinale: e in queste sei partite ha raccolto quattro vittorie e due pareggi. Mai sconfitti, dunque, i nerazzurri nelle gare a eliminazione diretta.
Altro dettaglio da non trascurare: l’Inter, nel girone di qualificazione, è stata capace di battere il Barcellona a San Siro e di pareggiare al Camp Nou. E i blaugrana non sono gli ultimi arrivati, hanno appena conquistato la Liga. A tutto ciò aggiungiamo che i ragazzi di Inzaghi hanno già messo in bacheca la Supercoppa di Lega e la Coppa Italia. Il fatto di arrivare a una finale di Champions League a tredici anni di distanza dall’ultima volta (nel 2010 con Mourinho) è ulteriore benzina che può alimentare il motore nerazzurro. Inoltre l’Inter giunge a questo appuntamento al top della forma fisica e mentale: ciò le consentirà di fare il proprio gioco basato su una difesa numerosa ed eroica e sulle ripartenze.
Sul piano tattico mi aspetto una partita bella, divertente. Il Manchester City cercherà di prendere possesso del gioco, com’è nel suo dna, e probabilmente l’Inter glielo concederà, senza tuttavia tralasciare quei rapidi cambi di fronte che possono mandare in tilt anche una squadra organizzata come quella di Guardiola. Risulterà fondamentale l’aggressività: rubare il pallone e scappare in contropiede, questo dovrebbe essere il piano tattico di Inzaghi.
In questo modo metterebbe paura agli inglesi che, probabilmente, perderebbero molte delle loro certezze. Se li aspetti per novanta minuti nella tua area, corri rischi seri. Determinante sarà il collettivo: avere la squadra sempre corta, connessa, sinergica. È vero che il City ha grandi giocatori, ma anche all’Inter non mancano: penso a Lautaro, a Calhanoglu, a Brozovic, a Lukaku, a Dzeko, a Barella. Guai a sentirsi inferiori. Il City è favorito, d’accordo, ma i nerazzurri hanno le carte in regola per ribaltare il pronostico.
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