«Siamo sulla buona strada, ma perché Inter e Milan tornino a vincere la Champions League ci vorranno anni di lavoro. Dobbiamo costruire qualcosa e faccio un appello ai tifosi perché si uniscano a me nella battaglia per rinnovare lo stadio come casa per due. Sarebbe un modello nuovo, unico per le grandi squadre, ma Milano è un unicum per molti versi e per molti versi è all’avanguardia. Lo dico senza arroganza».
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All’Inter mercato contenuto, al Milan mercato criticato?
«Da una parte c’è una proprietà forte e ricca bloccata per motivi politici, dall’altra il Milan che è una grande scommessa e tende a comprare molto a debito, ma non mi permetto di fare illazioni. I nuovi dirigenti giocano sulla possibilità di tornare subito in Champions. Hanno fatto acquisti di qualità, poi spesso in una squadra i nomi non di cartello fanno la differenza: Kessie è stato un grande affare. Però si può dire che, vista la differente struttura societaria, il futuro del Milan dipenderà dai risultati molto più di quello dell’Inter».
Mancanza di Berlusconi?
«Nell’ultima fase Berlusconi non poteva garantire una presenza al vertice, ed essendo tutto meno che stupido ha capito di poter garantire continuità, ma non sogni. Il tifoso, piaccia o no, ha bisogno di sognare. Non credo che ai tifosi manchi Berlusconi, e per me da sindaco della città non è un problema. Ma bisogna riconoscergli che nel calcio ha fatto cose bellissime».
Finale di Champions a Milano senza le milanese, quanto le è dispiaciuto?
«Bisogna essere realisti, ora Inter e Milan sono lontane da quei livelli. Ma è stata una serata bella che ha giovato alla reputazione della città. Su questo dobbiamo lavorare. È andata bene la finale, come Expo, anche sul piano della sicurezza. A Ferragosto mi sono fatto quattro passi in piazza Duomo e ho visto tanta gente: le barriere in Galleria non piacciono a nessuno, nemmeno a me, ma la gente si sente più sicura».
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