Giuseppe Sala, durante la riunione della Commissione consiliare del Comune di Milano, è tornato a parlare del futuro di San Siro
Presieduta dal sindaco Giuseppe Sala, quest'oggi si è riunita la Commissione consiliare del Comune di Milano. Ed è stata l'occasione, per il primo cittadino meneghino, di fare il punto sulla questione del futuro di San Siro e delle decisioni di Inter e Milan relativamente al futuro impianto. Ecco le dichiarazioni di Sala:
"Parto da un presupposto semplice ma che è giusto ribadire, cioè che le squadre hanno il totale diritto di avere un loro stadio di proprietà. È di ovvia evidenza che questo serve a loro oltre al dichiarato obiettivo di aumentare i ricavi anche in termini di patrimonializzazione e per una eventuale cessione ma rimane il fatto che è nel loro pieno diritto. Il Comune deve invece tutelare un bene che è nel suo patrimonio. Abbiamo un contratto d’affitto che scade nel giugno 2030 con le squadre e, anche senza queste, San Siro potrebbe avere una ragione d’essere, anche se il recente vincolo della Sovrintendenza reca un significativo danno economico perché è evidente che limita le possibilità di rigenerazione e riutilizzo dell’impianto. Questo vale sia che a San Siro si giochi a calcio sia lo si reinventi per altre destinazioni d’uso. La questione è che il vincolo non permette l’abbattimento dell’impianto».
"L'addio di Inter e Milan? L’avevo detto perché conosco le logiche di una azienda e quelle sono due aziende, non due enti di beneficenza. E sapevo che non stavano bluffando. Molti di voi (riferendosi ai consiglieri comunali, ndr) mi guardavano con sufficienza dicendo che non sarebbero mai andate via da Milano. Poi però c’è stata una novità e qui mi prendo la responsabilità di quello che dico ma credo sia acclarato. La novità è che le proprietà di Inter e Milan non si parlano e a dimostrazione di ciò per la prima volta a fine settembre, quando dovevano rispondere alla richiesta di manifestare la loro volontà di dare seguito alla proposta presentata, hanno risposto disgiuntamente. La voglia di avere un proprio stadio per ciascuna sta prendendo il sopravvento. È fattuale che non si stanno parlando e che c’è la volontà di avere un proprio stadio ciascuna».
«Credo che sia ancora tutto aperto per due motivi precisi: il primo è la risposta che ci hanno dato sulla richiesta di cui sopra. Il 5 settembre abbiamo chiesto alle due società di dare una risposta dopo la decisione sul tema vincolo. La società Milan ha sottolineato la situazione di difficoltà e incertezza, gentilmente aggiungendo per fattori esogeni al Comune, e la necessità di conoscere nel più breve tempo possibile anche per esaminare altre aree cosa il Comune intende fare. Non ci hanno detto la partita San Siro è finita. Anche la società Inter ha avanzato dubbi sulla legittimità della decisione sul vincolo e richiamato la necessità di concludere l’iter referendario, evidenziando che è il Comune a dover dire se esiste ancora l’interesse pubblico sul progetto. Nessuna delle due squadre ha scritto che San Siro non è una partita da non considerare più».