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"Quando si è riaperto il dibattito sulla ristrutturazione di San Siro, la mia casella postale è stata invasa da mail di gente che vorrebbe salvare San Siro. Detto ciò, è evidente che, se non si possono fare i lavori mentre si gioca, hanno ragione le squadre, che non possono stare tre anni senza stadio. Ma, se si può, il mio invito è rifletterci. Non è semplice oggi fare uno stadio in un territorio molto urbanizzato: ci sono opposizioni ambientaliste, difficoltà per la viabilità. E' legittimo che le squadre possano cercare la possibilità di trovare un altro stadio, anche perché si patrimonializzano. Da parte mia è doveroso difenderlo, anche perché, se loro vanno via, cosa faccio con San Siro? Dovrò trovare una soluzione e metterlo in vendita, sapendo che le squadre hanno garantito di restare fino al 30 giugno 2030, che è apparentemente un lunghissimo percorso, ma viste le complessità amministrative, lo è fino a un certo punto".
(Fonte: corriere.it)
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