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SESTO SAN GIOVANNI, ITALY - APRIL 13: Accademy Director of FC Internazionale Juvenile Roberto Samaden looks on during the Serie A Primavera match between FC Internazionale U19 and UC Sampdoria U19 at Stadio Breda on April 13, 2019 in Sesto San Giovanni, Italy. (Photo by Emilio Andreoli - Inter/FC Internazionale via Getty Images)
In una lunga intervista a Libero, Roberto Samaden fa un bilancio del suo primo anno all'Atalanta e parla del suo progetto per far ripartire il calcio italiano. "Bilancio positivo, innanzitutto perché non avendo mai cambiato ero un po' preoccupato di come avrei affrontato una nuova realtà".
«Ripartire da una nuova avventura significa interfacciarsi con qualcosa di diverso. Ma mi hanno accolto benissimo e ho trovato un ambiente in cui c'è grande cultura del lavoro e dedizione al giovani. La proprietà è straordinariamente presente e valorizza al meglio Il lavoro del settore giovanile. Ho a disposizione tutti gli strumenti per portare avanti il mio progetto, dopo un anno di ascolto e osservazione, assolutamente necessari per gestire una macchina così complessa».
«La costante presenza e l'attenzione della proprietà verso Il settore giovanile. Siamo considerati allo stesso livello della prima squadra, con club e tifosi uniti da un sentimento comune: quello di vedere esordire un nostro ragazzo del vivaio. Per l'Atalanta il settore giovanile è straordinariamente importante e lo stesso posso godere della medesima considerazione del direttore della prima squadra, Tony D'Amico e del direttore dell'Under 23, Fabio Gatti».
«L'altra cosa che mi ha colpito, potendola osservare da vicino, è la naturale predisposizione di Gasperini verso i giovani, nel tenerli d'occhio e coinvolgerli. Nel nostro centro sportivo capita spesso di trovare Gasperini a bordo campo che segue un allenamento o una partita delle squadre giovanili».
«È possibile, l'impoverimento è notevole ma la causa del problema non è mai solo una».
«C'è più concorrenza, anni fa il calcio era quasi l'unica possibilità che aveva un ragazzo per poter fare sport. Oggi ci sono altre opportunità e inoltre altri interessi catturano i nostri giovani, con il rischio di danneggiarli. Finché praticano un altro sport, fanno il loro bene e quello delle loro capacità motorie, ma il problema sorge quando le alternative allo sport sono legate a uno strumento che non si lancia, non si tira e non si acchiappa, ma che stringendolo tra le mani consente loro di vivere in maniera virtuale quelle che in passato erano esperienze quotidiane legate al movimento».
«Attivando azioni concrete che consentano al ragazzi di svolgere ugualmente tanta attività sportiva. Non basta dire che le cose sono cambiate e che non è più come prima. La responsabilità va tutta agli adulti.
«Calcio nelle scuole, con strutture adeguate. Più spazzi attrezzati nel comuni per il gioco libero. Io svilupperei un progetto di Calcio a 5 nelle scuole e farei in modo che i ragazzi possano giocare tanto anche in altri ambienti».
«Il progetto c'è, adesso si tratta di unire tutte le componenti e mettere al centro l'interesse comune, che è quello che riguarda la crescita del giovani».
«Con le nazionali giovanili abbiamo raggiunto grandi risultati grazie a un lavoro partito nel 2010 con Sacchi, sotto l'abile regia di Maurizio Viscidi. Il risultati raggiunti sono frutto del lavoro di club Italia, non certo perché in quelle nazionali abbiamo i migliori calciatori. Altre nazionali hanno calciatori più pronti del nostri, alcuni Under 17 e Under 19 della Spagna vincono gli Europei giocando stabilmente in Nazionale A, questo da noi non accade».
«Sviluppare e strutturare il più bel progetto educativo e formativo di calcio giovanile in Italia, affondando le radici nella storia e nel valori di questo club».
«Massimo Moratti mi ha trasmesso l'insegnamento più caro, quello della costante attenzione che si deve avere quotidianamente verso tutte le persone. Non mi riferisco solo al calciatori, ma a tutti quelli che lavorano attorno a noi e che spesso non ricevono l'importanza e l'attenzione che meriterebbero».
«1) Investimenti nella promozione e nella pratica del calcio nelle scuole, utilizzando per esemplo lo strumento del calcio a 5. 2) La creazione di una rete capillare, tecnica e organizzativa sul territorio, che possa essere riferimento per tutto il calcio di base. 3) L'implementazione del sistema di ranking del settori giovanili, professionistici e dilettantistici. Ovvero la valutazione dei settori giovanili sulla base di alcuni parametri che obbligano le società a investire realmente sui settori giovanili».
«Sicuramente meno rispetto a quanto sarà in grado di produrre».
(Libero)
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