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E proprio da lui che bisogna partire, visto che ieri la mezzala, inserita come contropartita da Gino Pozzo, è stata pesantemente tirata in ballo come causa del rallentamento dell'intera operazione, al punto da scatenare i non pochi tifosi nerazzurri che lo hanno insultato sui social. Ma i problemi sembrano essere altri, ad esempio l'accordo ancora da trovare tra le due società per definire le modalità del riscatto obbligatorio di Samardzic, fissato a 15 milioni per la prossima stagione, e a quell'improvviso stand-by imposto alla Trattativa dall'esigenza dell'Inter di pensare prima al centravanti da portare in dote a Simone Inzaghi, anche lui fresco di trattativa per avere rinnovato fino al 2025.
Ma non è tutto, perché ieri sono emersi anche altri retroscena, stavolta legati alle pretese economiche di Mladen Samardzic, il padre di Lazar che gli fa da vero procuratore, e dell'avvocata brasiliana Rafaela Pimenta, l'ex braccio destro dello scomparso Mino Raiola, entrata nell'operazione per avere tessuto i buoni rapporti con il collega tedesco Karsten Rickart, che assiste ufficialmente Samardzic, e l'ad nerazzurro Beppe Marotta.
In sintesi, il padre di Samardzic, ex calciatore fino al 2018 nella serie D tedesca, ha giocato al rialzo sul contratto del figlio, chiedendo una base di partenza di un milione 800 mila euro a salire, per il contratto quinquennale previsto, alzando così la posta di 400 mila euro rispetto all'1,4 che l'Inter aveva offerto di base, con un adeguamento di 100 mila euro annui a salire. Dall'altra parte, anche la Pimenta ha pensato bene di alzare le sue pretese sulle com-missioni, una mossa "alla Raiola". Come dire che all'Inter si è aperto un nuovo e non richiesto ufficio complicazioni. Ecco perché Samardzic e Fabbian sono con il cellulare in mano, in attesa degli accordi, e nella speranza che si arrivi presto alla chiusura.
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