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SAMUEL ETO’O: UN LIBRO PER CELEBRARE LA SUA AFRICA

Nel primo Mondiale disputato nel suo continente si è fatto valere segnando gli unici due gol della sua Nazionale, purtroppo inutili visto che il Camerun è tornato a casa dopo solamente tre partite. Samuel Etòo rimane comunque uno degli uomini...

Alessandro De Felice

Nel primo Mondiale disputato nel suo continente si è fatto valere segnando gli unici due gol della sua Nazionale, purtroppo inutili visto che il Camerun è tornato a casa dopo solamente tre partite. Samuel Etòo rimane comunque uno degli uomini simbolo del calcio africano e da pochi giorni sulla sua storia personale di uomo e di calciatore è uscito un libro che ne celebra le gesta, 'La sua Africà, scritto da Alberto Figliolia e Davide Grassi e edito da Limina. 'Un figlio degno e meraviglioso«, scrive il giornalista Darwin Pastorin nella prefazione. Un figlio dell'Africa che fuori dal suo continente si è conquistato il rispetto e l'ammirazione da parte delle tifoserie delle squadre che ha rappresentato, il Mallorca, il Barcellona e infine l'Inter. Nel suo continente ha invece trascinato il Camerun verso il sogno del Mondiale sudafricano, purtroppo senza grandi risultati, ma gran parte del merito della qualificazione è suo, con ben nove gol segnati. Etòo ha l'Africa nel cuore, e lo dimostra quando per festeggiare un trofeo espone con orgoglio la bandiera del Camerun, come successo a Madrid dopo la Champions nerazzurra. »L'Africa è uno stato mentale, io lavoro in Europa, ma sogno in Africa«, scrive nel libro il campione nativo di N'kon, spiegando che lui grazie alla sua classe guadagna tanti soldi in Europa, ma pensa molto all'Africa e cerca di aiutarla con la sua fondazione, creata per sostenere i bambini del suo Paese.

Il legame con il continente nero è indissolubile, nonostante per fare carriera si sia dovuto allontanare molto giovane dal suo Paese. La sua vita in Europa non è stata sempre facile, in Spagna durante una partita tra Real Saragozza e Barcellona nel 2006 fu vittima di gravi insulti razzisti, e la sua reazione di voler lasciare il campo, vi rimase solamente perchè convinto dai compagni, fece riflettere sul triste rapporto fra calcio e razzismo anche al di fuori della Spagna. Gli autori del libro, entrambi giornalisti, hanno già alle spalle altre opere di letteratura sportiva scritte insieme, come 'Centovantesimi-Le 100 partite indimenticabili del campionato italianò e 'Eravamo in Centomila-Un secolo di derby sotto la Madonninà. Questa volta si sono voluti cimentare nel racconto di un campione, non limitandosi al solo punto di vista calcistico ma allargando il loro sguardo ad un intero continente.