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Samuel: “L’Inter mi volle a tutti i costi. E mi ricordo quando Facchetti…”

Francesco Parrone

E’ Walter Samuel ‘The Wall‘, il protagonista della 14esima puntata di Click, programma di Inter Channel, nel quale viene posta ogni settimana ad ogni giocatore della rosa, un’interessante intervista fotografica. Il...

E' Walter Samuel 'The Wall', il protagonista della 14esima puntata di Click, programma di Inter Channel, nel quale viene posta ogni settimana ad ogni giocatore della rosa, un'interessante intervista fotografica. Il 'Muro' nerazzurro, in quest'ultimo appuntamento racconta tutta la sua carriera: dalle sue origini fino all'approdo all' Inter e quindi al conseguimento del Triplete.

Si parte da Firmat, cittadina della provincia di Santa Fè, dove Samuel è cresciuto: "Si è il mio paese,non sono nato lì però all'età di due anni andai a vivere in questa città. Quando ho tempo, ritorno sempre perchè c'è la mia famiglia, i miei amici d'infanzia quindi, è un posto dove mi sento a mio agio. E' un paese di 20mila abitanti, non è grandissimo però tutti quelli che vanno via tornano perchè la tranquillità che trovano lì è difficile che ci sia da altre parti. Quando torno anche io la trovo, quando giocavo al Boca forse un po' di più, ma io con il poco tempo che ho, cerco di stare con la mia famiglia e con i miei amici".

Dopo un anno nel Newell Old Boys, nel 1997 arriva inaspettata la chiamata del Boca Juniors, uno dei club più prestigioso del Sudamerica e del mondo: "Per me è stato speciale giocare al Boca, perchè sono un tifoso della squadra, quindi mi veniva la pelle d'oca in quello stadio. Ho avuto la fortuna di giocarci, di vincere un campionato e questa è stata una cosa unica per me e la mia famiglia, perchè anche loro sono dei tifosi. Rimango tuttora un tifoso. Se mi ricordo quando mi hanno chiamato? Si, era l'ultimo giorno di mercato, non si parlava di me, non sapevo nulla e mi hanno detto all'improvviso che mi cercava questa società. Subito sono andato di corsa perchè il mercato stava per chiudere".

Nel 200o, è tempo d' Europa e d' Italia. La Roma di Fabio Capello lo acquista per 34 milioni di lire, ed è subito un anno fortunato, arrivano Scudetto e Supercoppa Italiana: "La Roma mi lasciò giocare ancora un anno in Argentina. La trattativa non è stata lunghissima però avevo dei dubbi, perchè volevo restare al Boca dato che ero affezionato. Per una questione economica della mia famiglia e per ricambiare dei sacrifici che loro avevano fatto per me, decisi di andare e devo dire che non me ne sono pentito per niente, perchè ho passato 4 anni fantastici: è nata la mia prima figlia, quindi è una squadra che tengo nel cuore. Vittoria del campionato? Si è stato bello, era il mio primo anno in Italia, sapevo che era un campionato molto difficile, appena ho cominciato è stata anche un po' dura anche perchè mi paragonavo ad altri argentini che forse non avevano fatto bene. Per fortuna piano piano abbiamo iniziato bene ed è arrivato questo scudetto che per la città è stato importante. Non me lo sono goduto tantissimo perchè sono andato via subito, ma per la città è stata una grande festa".

L'avventura giallorosso termina dopo 4 anni, Samuel, ormai uno dei difensori più forti al mondo sbarca a Madrid, nel Real, nel quale però resta solo una stagione: " E' stato bello, io lo rifarei anche se dietro soffrivamo un po'. Rifarei questa scelta perchè giocare lì per me è una cosa unica, ero arrivate in uno dei club più importanti del mondo. E' stata una bella avventura, ho sofferto molto perchè prendevamo tanti goal, però il gruppo era unito, cercavo di migliorarmi e di trovare soluzione, senza cercare scuse... . Alla fine abbiamo migliorato, siamo arrivati secondi, però dopo ho deciso di venire all'Inter".

Nonostante la stagione poco esaltate in Spagna, l' Inter non ha mai avuto dubbi sul forte difensore argentino.Nel 2005 arriva finalmente il nerazzurro e il giorno della sua presentazione a fare gli onori di casa, alla Pinetina, c'era l'indimenticabile Giacinto Facchetti : "Si, in quel momento ci stava lui. Mi ricordo che stava accanto allo spogliatoio della Pinetina, a parlare un po' con me. Abbiamo fatto tutta l'intervista insieme e sicuramente è stato un piacere perchè era una persona che all'Inter ha fatto la storia, quindi è stato anche un bel gesto suo stare lì vicino a me. Quando ero al Real, l'unica squadra che mi ha cercato è stata l'Inter, ha creduto in me e mi ha voluto a tutti i costi. Da lì è iniziata la crescita di quell'Inter? Si, per fortuna comiciammo a vincere, è questo era importante. Parte del gruppo si è mantenuto per diversi anni, e questo ci ha aiutato".

Il 2010 è un anno importantissimo per Samuel e tutta la società nerazzurra. In quella stagione con le sue prestazioni e i suoi goal, soprattutto quello contro il Siena a San Siro, contribuisce alla conquista del Triplete: "Si, ultimamente non ce la faccio a fare goal, prendo dei pali o li para il portiere. Quell'anno lì invece, contro il Siena quella palla entrò anche così...un azione da centravanti. In quel momento pareggiavamo e Mourinho mi disse di rimanere avanti , poi successe quello che è successo. Non ci potevo credere, è stato un anno fantastico e bisogna già dimenticarlo, perchè ci stiamo giocando tanto anche quest'anno... . Il mio rapporto con il goal? A  noi difensori capita poco di far goal, per questo ci sfoghiamo tanto...non siamo così abituati come per esempio il Pazzo o Diego, io quando esulto faccio quello che mi capita".

Come in ogni favola che si rispetti, arrivano anche i momenti bui, come quello in cui si infortunia al crociato del ginocchio destro, durante la partita di campionato del 6 novembre 2010 tra Inter e Brescia: "Si per fortuna è passato, ma in quel momento pensavo a tutto e sapevo che dovevo ricomciare da capo perchè lo stesso problema l'ho avuto anche nell'altra gamba e quindi è stato un periodo duro da accettare. L'operazione è stata importante, quindi sapevo che problemi avrei avuto. Se ho capito subito di cosa si trattava? Si, si ho capito subito perchè si capisce. Quando poi cominciai a recuperare, mi è tornato nuovamente l'entusiasmo perchè giocare mi piace... anche se divertirsi per noi è una parola grossa, noi giochiamo ogni tre giorni".

In quel periodo, tutti i compagni dell' Inter e della Nazionale gli sono stati vicini, dal campo arrivano tantissime dediche di affetto e vicinanza: "Si, in quel momento è una cosa che ti fa emozionare, hanno fatto un bel gesto, non solo loro, anche in nazionale. E' importante questo, ad una persona che subisce qull'infortunio fa piacere questa cosa qui. Soffrivo a vedere loro preparare la partita, mentre io ancora dovevo aspettare tantissimo. E' stata dura, tosta, ma è una cosa normale. Anche Burdisso, che è mio amico ha avuto lo stesso problema, l'ho rivisto in Argentina, mi è dispiaciuto ma penso che anche lui abbia ricevuto tanto affetto dalla gente".

All' Inter la colonia argentina è folta e storica, e negli anni si è costituito forte e duraturo l'ormai famoso 'Gruppo dell'Asado', nel quale spicca proprio Walter Samuel: "Ci divertiamo, ognuno ha il suo ruolo: Zanetti serve ai tavoli e Cambiasso fa la provoleta. Insieme ci mettiamo lì,quando è iniziata la storia dell'Asado eravamo in tanti, c'era Kily Gonzalez,Julio Cruz, Hernan Crespo. Adesso siamo di meno quindi mi ci metto io, anche se non siamo degli esperti. Prima c'era anche Burdisso che era bravo a farlo. Comunque riesce molto bene, nessuno si lamenta, anzi mangiano. Come me la cavo in cucina? Mi piace cucinare alla griglia il pollo, i piatti italiani non li so fare, mia moglie insomma...".

L'altra passione del Muro è la musica. Il difensore si diletta nel suonare la chitarra, hobby che gli è stato inculcato dal fraterno amico Nicolas Burdisso: "Mi piace ascoltare tanta musica, adesso ho un po' mollato la chitarra perchè Nicolas Burdisso che mi aveva spinto a suonarla non c'è più. Lui era un professore, mi insegnava tutto, quindi cerco un sostituto (ride ndr). Sinceramente è difficile perchè hai bisogno di tempo e io a casa con i bimbi ne ho poco e con loro comunque era complicato suonare perchè venivano e te la toccavano. Provo anche in ritiro a suonare ma è difficilissimo, tra l'altro piace anche a Pupi e l'altra volta me lo diceva... a lui piace cantare".