- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Intervenuto a Peloteros Tv, l'attaccante dell'Inter Alexis Sanchez ha parlato del suo periodo al Manchester United. Un periodo negativo che lo ha portato a chiedere di accettare la proposta del club nerazzurro:
"Avevo un accordo col Manchester City, ma per cose di calcio poi l'accordo è stato finalizzato con lo United. Mi ricordo il primo allenamento coi Red Devils, mi vengono in mente tante cose. Dopo l'allenamento sono tornato a casa, dico alla mia famiglia e al mia agente se non si poteva cancellare il contratto e tornare indietro all'Arsenal. C'era qualcosa che non mi quadrava, che non andava bene. Ormai avevo firmato e dovevo rimanere lì. Passa un mese e avevo la stessa sensazione. In quel momento non eravamo uniti come squadra, non eravamo una famiglia e questo si rifletteva sul campo. E quando c'era da incolpare qualcuno, incolpavano me. Anche quando giocavo pochi minuti. Non eravamo un gruppo, ma la colpa me la prendevo sempre io. Anche i giornalisti parlavano sempre di me, dicevano cose che non erano vere. Non ero felice per quello che stava succedendo. Sono passato da essere uno dei giocatori più forti della Premier a non giocare cinque mesi dopo. Tornavo a casa molto triste. Ma andavo avanti ad allenarmi come un professionista. Finisce la stagione e arriva un nuovo allenatore che è l'attuale dello United. Ho parlato con lui e gli ho detto che credevo fosse necessario che me ne andassi, che andassi all'Inter. Lui mi ha detto che non c'erano problemi. Ora sono un giocatore dell'Inter e posso solo ringraziare lo United per avermi dato l'opportunità di vestire la sua maglia. Le cose non sono andate come sarebbero dovute per l'ambiente che c'era in quel momento. L'ambiente non era buono e io non ero felice. Triste perché volevo vincere e fare felici i tifosi dello United".
© RIPRODUZIONE RISERVATA